Trovato morto per un colpo di fucile alla tempia nel maneggio di famiglia, la Procura dispone accertamenti informatici


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La Procura dispone una serie di accertamenti informatici per far luce sulla morte di A.P., studente 20enne, originario di Porto Cesareo.

Il pubblico ministero Giovanna Cannarile, nelle scorse ore, ha conferito l’incarico al consulente informatico Silverio Greco. Il perito dovrà estrapolare ed esaminare il contenuto di due IPad e del telefonino, già posti sotto sequestro dopo la tragedia, entro il termine fissato di 30 giorni. L’ipotesi di reato per cui si procede di ufficio è istigazione al suicidio a carico di ignoti.

I familiari del ragazzo risultano “parti offese” nel procedimento e non hanno nominato alcun consulente “di parte”. I genitori della vittima sono assistiti dall’avvocato Luigi Brunetti. Invece, la sorella è difesa dall’avvocato Emanuela Greco.

Sebbene sembra acclarata l’ipotesi del gesto estremo, la Procura intende verificarne le cause ed eventualmente capire chi o cosa possa avere indotto un giovane di 20 anni a togliersi la vita. Dunque, l’analisi del materiale informatico utilizzato dal ragazzo (telefonate, messaggi, fotografie etc.) potrebbe aiutare a fare chiarezza sulla vicenda.

L’autopsia

L’autopsia sul corpo del giovane di Porto Cesareo trovato senza vita nel maneggio di proprietà della famiglia, avrebbe confermato l’ipotesi del suicidio. Era stato il padre del ragazzo – a cui è toccata la tragica scoperta – a lanciare l’allarme alle prime luci dell’alba di giovedì, 20 giugno.

Il medico legale Alberto Tortorella, al termine dell’esame, non avrebbe riscontrato elementi che potrebbero spingere gli inquirenti a cercare altre piste diverse dal gesto estremo (anche se l’esito dell’accertamento autoptico deve essere ancora depositato). A.P. sembra che abbia fatto tutto da solo, sparandosi con il fucile del papà.

Le indagini sono condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, affiancati dai colleghi di Campi Salentina e Porto Cesareo.