Scomparsa di Mauro Romano: spunta un altro conoscente della famiglia, complice del rapitore


Condividi su

Dopo avere individuato il presunto sequestratore di Mauro Romano, gli investigatori sono sulle tracce dell’uomo che lo avrebbe aiutato. Una seconda persona, quindi, complice dello “zio”, con il quale il bambino si allontanò a bordo di un Apecar, nel giugno del lontano 1977.

Una persona che conosceva la famiglia di Mauro e sapeva che quel giorno i genitori del bambino lo avrebbero lasciato dai nonni per partecipare a un funerale fuori regione.

E prende corpo l’ipotesi che Mauro possa essere stato tenuto in un casolare nei pressi di Taviano, prima di essere venduto a chi commissionò il sequestro, magari all’estero.

Anche perché, già all’epoca dei fatti, in località Castelforte furono rinvenute possibili tracce della presenza del bambino assieme a qualcun altro. Gli investigatori trovarono un batuffolo di ovatta, impregnato di narcotizzante (misteriosamente sparito) e una sorta di giaciglio improvvisato. Al momento, si tratta di ipotesi investigative.

Gli inquirenti sono alla ricerca dei complici. Appare improbabile che “l’amico di famiglia” individuato in queste ore possa aver fatto tutto da solo. Anzi, è molto probabile che si sia avvalso della collaborazione di almeno una seconda persona (non è escluso che possa essere coinvolta anche una donna), già a poche ore di distanza dal sequestro.

Nuove indicazioni su quanto accaduto nel lontano giugno del lontano 1977, potrebbero venire proprio dal presunto rapitore, un 70enne di Taviano. L’uomo potrebbe essere sentito dagli inquirenti nelle prossime ore.

Intanto, circa un mese fa, il pm Stefania Mininni ha sentito Vito Paolo Troisi, detenuto nel carcere Opera di Milano. L’ascolto si è tenuto in videoconferenza ed il contenuto è top secret. Certamente, la decisione di sentire l’ergastolano, condannato al carcere a vita per per l’omicidio di Luciano Stefanelli, non è casuale. Sembrerebbe che Troisi facesse parte del gruppo di amici con cui Mauro giocava da bambino, anche se inizialmente dichiarò di non ricordare molto di quel tragico giorno.

Il presunto rapitore, individuato dagli inquirenti, non sarebbe comunque l’uomo arrestato nei mesi scorsi per i presunti abusi sessuali ai danni di un gruppo di minorenni.

Quest’ultimo però è legato al giallo del piccolo Mauro, poiché in passato chiamò i genitori per chiedere 30 milioni di vecchie lire, una somma impensabile per l’epoca e venne condannato per tentata estorsione.

Nei mesi scorsi, dopo la richiesta di riapertura delle indagini invocata dall’avvocato Antonio La Scala, (presidente di Gens Nova), legale dei genitori di Mauro Romano, il pm Stefania Mininni ha aperto un’inchiesta ed il presunto pedofilo è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Invece, nella serata di ieri,i genitori ed il fratello di Mauro, accompagnati dall’avvocato Antonio La Scala, sono stati ospiti della trasmissione “Chi l’ha visto”.

I familiari del bambino scomparso hanno rivolto il proprio appello a rompere il muro d’omertà, dichiarando: “chi sa qualcosa parli e si metta una mano sulla coscienza”.