Ha ricostruito quei drammatici momenti che gli hanno cambiato la vita, riferendo di non essere stato prontamente soccorso dopo che il suo aggressore ha sparato. È stata questa la testimonianza di G. G., ascoltato nella giornata di ieri in ospedale, per circa 5 ore dai carabinieri di Galatina, su delega del pm Alberto Santacatterina.
L’operaio 27enne di Galatina, assistito dall’avvocato Angelo Greco, ha ricostruito la dinamica del grave fatto di sangue, affermando di essersi recato presso la masseria del padre di Baglivo, solo dopo aver saputo che quest’ultimo lo stava cercando con insistenza. Dunque, arrivato lì, ha trovato l’agricoltore adirato per il suo ennesimo rifiuto sulla vendita di un cavallo. Una questione già affrontata altre volte.
Baglivo, infatti, voleva acquistarlo per ragioni di agricoltura, mentre G.G. gli aveva già spiegato che per questioni burocratiche poteva cederlo solo per destinarlo al macello. Di fronte al diniego e dopo che l’operaio aveva preso la macchina per andar via, Baglivo avrebbe preso la pistola dall’interno di un traino per cavalli per poi esplodere il colpo. Dopo lo sparo, inoltre, secondo G.G., Baglivo non avrebbe mosso un dito per aiutarlo. E neanche i suoi familiari, nonostante uno di essi avesse assistito alla scena.
G.G., sarebbe però riuscito a telefonare ad uno zio che accorso sul posto lo avrebbe condotto in ospedale. L’operaio ritiene che Baglivo avesse intenzione di spararlo già prima del suo arrivo e avesse preparato la pistola nel suddetto traino. Dunque, dopo averlo fatto giungere presso la masseria, avrebbe messo in atto il piano. Inoltre, dai primi accertamenti investigativi, sarebbe emerso che la pistola avesse un colpo già pronto “in canna”. Naturalmente saranno le successive indagini a chiarire la dinamica dei fatti. E bisognerà capire come mai, l’altra arma (un fucile a canne mozze) si trovasse in un casolare lì vicino.
Intanto, G.G. sarà sottoposto, nei prossimi giorni, ad un delicato intervento chirurgico per la rimozione del proiettile.
L’interrogatorio di Baglivo
Un colpo di pistola partito accidentalmente, senza alcuna volontà omicida. Angelo Baglivo, 37enne di Noha, è stato ascoltato nella giornata di lunedì dal gip Simona Panzera, nell’ambito dell’udienza di convalida dell’arresto, presso la Casa Circondariale di Borgo San Nicola. Assistito dall’avvocato Donato Sabetta, l’arrestato ha risposto alle domande del giudice, sostenendo che non era sua intenzione uccidere G. G.
Baglivo ha riferito che, dopo una ‘discussione’ per la compravendita di un cavallo, la situazione è degenerata. Così ha preso una pistola che si trovava nel garage della masseria ed è partito accidentalmente un colpo all’indirizzo del 27enne. Angelo Baglivo risponde delle accuse di tentato omicidio e di porto e detenzione di arma clandestina e di arma comune da sparo. Il gip ha convalidato l’arresto e confermato la misura del carcere.
I fatti
Le lancette avevano da poco segnato le 14.30 di giovedì scorso, quando i due si sono incontrati all’interno di una masseria di proprietà del padre di Baglivo, nelle campagne tra Noha e Cutrofiano, in Contrada Sirgole. La discussione è diventata sempre più animata, fino a quando l’agricoltore ha impugnato la pistola calibro 7,65 e ha premuto il grilletto. G.G. (anche lui incensurato) è stato colpito in pieno viso, ma è scampato alla morte. Una volta soccorso, è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione del “Vito Fazzi” di Lecce. Sul posto, si sono precipitati i Carabinieri della stazione di Galatone, insieme ai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gallipoli, del Nucleo investigativo e della Sezione investigazione scientifica del comando provinciale.