Mentre il centrosinistra viaggia, più o meno unito e compatto, al fianco di Michele Emiliano che sarà certamente il candidato governatore di coalizione per le Elezioni Regionali di Puglia del 2020, provando a bissare il mandato che lo ha visto alla presidenza nel quinquennio precedente, il centrodestra si logora nella scelta del suo competitor.
Fratelli d’Italia rivendica la Puglia per Fitto
Rompendo gli indugi Fratelli d’Italia, in base alla ripartizione nazionale delle candidature, ha lanciato il nome di Raffaele Fitto: per Giorgia Meloni nessuno più dell’europarlamentare magliese ha i titoli per potersela giocare contro il magistrato in aspettativa.
‘Una minestra riscaldata’ hanno tagliato corto quelli che non lo vogliono. Come era ovvio prevedere, la scelta ha fatto storcere il naso a parecchi e soprattutto nella Lega, in questi giorni febbrili, provano a convincere Matteo Salvini a rivendicare per il primo partito italiano la postazione pugliese.
La Lega non ci sta
Soprattutto al senatore salentino Roberto Marti e ai tanti che gli sono fedeli quella nomina non piace. Marti e Fitto, è notorio, non si sono lasciati bene. Il primo abbandonò nel novembre del 2017 Direzione Italia e insieme a Nuccio Altieri annunciò il passaggio al Carroccio.
«Stanno solo disperatamente inseguendo una poltrona – commentò Fitto – Chi ha aderito a Direzione Italia lo ha fatto e lo fa con passione e con coerenza. Chi è già andato via o lo sta facendo ora, non ha nemmeno il coraggio di sostenere delle idee».
Di lì a breve, poi, l’ex Governatore di Puglia avrebbe fatto un altro passo: dopo anni di rapporti tesi, tesissimi con Silvio Berlusconi che lo avevano indotto a fondare prima il partito dei Riformisti e Conservatori e poi Direzione Italia, era passato a Fratelli d’Italia dall’alto di una bella rielezione nell’Europarlamento.
‘Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?’
Trovarselo come il candidato governatore della Puglia di un centrodestra, che altrove sembra essere sempre più compatto, non sarà stata una bella notizia per Marti, così come non lo è stato trovarselo tra le proprie file per molti esponenti salentini di Fratelli d’Italia che avevano lasciato le schiere fittiane per trasferirsi nel partito della Meloni proprio a causa dei dissensi con Fitto. Ma la politica è questa e bisogna abituarsi.
Solo che per i leghisti sarà difficile invertire il corso degli eventi con il rischio di finire seriamente nell’angolo. L’impressione è che non abbiano in Puglia nessuna carta spendibile e credibile da contrapporre alla candidatura di Fitto. Così che i tentativi di convincere il Capitano – ‘Se scendiamo in campo con lui, perdiamo’ – sembrano destinati a non sortire effetti. E danno l’impressione anche a molti della base di essere un tentativo per prendere o perdere tempo, che è la stessa cosa. Con la seria eventualità di consegnare al centrosinistra la Regione per 20 anni consecutivi (10 di Vendola + 10 di Emiliano) a causa di faide interne ad una coalizione che a perdere ci ha preso gusto, evidentemente.
Tra l’incudine e il martello
Di conseguenza i Leghisti che dettano le carte in Puglia, non quelli duri e puri della prima ora, si troverebbero in caso di vittoria di Fitto a temere la vendetta di Raffaele – che non ha certo dimenticato chi lo ha abbandonato nel suo momento più difficile – e in caso di vittoria di Emiliano a doversi giustificare con Salvini che vincerebbe ovunque meno che in Puglia, proprio in quella regione in cui i suoi stanno provando a mettergli il bastone tra le ruote, rovinando i rapporti di coalizione, per il rifiuto nei confronti dell’ex ministro agli affari regionali.
Fitto chiede rassicurazioni
Lo stesso Fitto, che per la prima volta tituba sulla propria candidatura, prima di accettare convintamente, avendo paura di diventare per l’ennesima volta il capro espiatorio di una sconfitta, sembrerebbe intenzionato a parlare a quattr’occhi con il Segretario del Carroccio, chiedendogli un impegno leale e convinto dei suoi, oltre che un’assunzione di responsabilità. Vuole, insomma, che si sgomberi il terreno da quelle voci secondo le quali la trasversalissima rete intessuta da Michele Emiliano abbia già raggiunto alcuni esponenti del partito leghista che pur di non vedere trionfare Fitto non disdegnerebbero l’appoggio all’ex sindaco di Bari. Per carità, Lecce è poca cosa nello scacchiere politico regionale e nazionale; ma le voci che si sono inseguite durante tutta la campagna elettorale per lo scranno più alto di Palazzo Carafa, nella quale il centrodestra si è disintegrato, continuano ancora a bisbigliare.
Forza Italia è silente. In politica i rapporti di forza sono tutto e l’impressione più diffusa è quella di un partito che sembra destinato a fare la fine di chi ‘dove lo metti sta’.