I fittiani hanno scelto un ‘toro’ come simbolo. Van Orden benedice i Conservatori e Riformisti

Presentato ieri alla Camera dei Deputati il simbolo dei Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto: un leone blu su un contrassegno tricolore. Ospite d’onore Geoffrey Van Orden, esponente di spicco dei Tories britannici guidati da David Cameron.

Quando tutta la materia politica presente nell’universo del centrodestra italiano messo insieme da Silvio Berluconi esplose, i suoi frammenti divennero galassie. Non si sa quanto corpose, ma comunque divennero galassie politiche autonome.

E così insieme al Nuovo Centro Destra di Alfano, a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, ai ‘nazareniani’ di Denis Verdini  che non hanno accettato la rottura con Matteo Renzi, ci sono anche i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto che, invece, non hanno mai visto di buon occhio l’idea stessa del primigenio accordo con l’attuale premier e dopo tanti battibecchi hanno scelto di lasciare la casa madre.

I fittiani, presenti con gruppo autonomo al Senato della Repubblica, già pronti a sbarcare alla Camera dei Deputati, adesso si strutturano e fanno sul serio come hanno avuto modo di dimostrare nell’ultima tornata amministrativa delle regionali 2015, dove hanno corso con candidati distinti e distanti da quelli di Forza Italia, non risultando determinanti nella sconfitta di questi ultimi ma sottraendo comunque un bel gruzzolo di voti.

Ieri, alla presenza di Geoffrey Van Orden, conservatore inglese del partito di David Cameron ed europarlamentare, Raffaele Fitto ha mostrato il simbolo del nuovo partito: un leone blu (simbolo dei Tories) su un contrassegno tricolore, a voler indicare i valori del conservatorismo europeo che tentano di mettere radici nel Belpaese grazie ai nuovi arrivati.

La finalità ultima è quella di potersi sedere, un domani non si sa quanto prossimo, al nuovo tavolo del centrodestra in occasione di qualche tornata elettorale, che chissà non arrivi prima della scadenza naturale del Parlamento nel 2018, per ri-costruire ciò che un tempo si chiamava Popolo della Libertà. Il tempo a disposizione sembra essere un alleato prezioso, visto che se si dovessero chiamare nuovamente i cittadini ad esprimersi non si vedono grosse speranze per il centrodestra italiano, diviso e spezzettato in troppi gruppi e senza alcuna leadership ‘aggregante’.

Fitto, ieri, ha lanciato il suo guanto di sfida non tanto a Berlusconi, a cui ha ribadito affetto personale, quanto a Renzi: il malessere creato dai suoi ultimi provvedimenti apre spazi nuovi di manovra politica che nella fase di ‘luna di miele’ tra il presidente del Consiglio ed il Paese nemmeno si potevano immaginare.

Tanti i salentini presenti alla kermesse, tutti i fedelissimi di Fitto. Per molti di loro la nascita del nuovo soggetto sarà un modo per ritornare protagonisti dopo la batosta alle Regionali.



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