Perdita di posti di lavoro e diminuzione sensibile dei servizi a disposizione delle imprese. Questo soltanto potrebbe essere il risultato della bozza di riforma delle Camere di Commercio che sta per approdare al vaglio del Consiglio dei Ministri.
Giorni fa, infatti, le rappresentanze sindacali hanno manifestato le proprie perplessità verso quella che si chiama riforma Madia e che prevede un riordino degli Enti Camerali, che in realtà appare nella sua vera veste, ovvero una scure sui servizi offerti al tessuto imprenditoriale e sui posti di lavoro.
Parte così anche da Lecce un appello affinchè si ripensino i tagli e le ipotesi di riordino territoriale. Il presidente della Camera di Commercio di Lecce, Alfredo Prete, alla guida da diverso tempo dell’ente di viale Gallipoli, non ci sta e ha chiamato a raccolta i parlamentari salentini affinchè questi ultimi si facciano portavoce del dissenso per una riforma “che non porterà alcun beneficio alle imprese al territorio salentino”. Al tavolo del confronto anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
“Dopo il taglio del diritto camerale – hanno spiegato dalla CCIAA di Lecce – con ripercussioni gravi sulla tenuta del sistema camerale e sui servizi offerti, a fronte di un risparmio per le imprese di pochi euro, ora la nuova bozza di riforma taglia anche le funzioni e l’occupazione, disperdendo competenze e professionalità".
L’auspicio di Alfredo Prete è che la delegazione salenitna faccia sentire a Roma le manifestazioni di dissenso che stanno partendo, del resto, da tutta Italia. I territori non ce la fanno più a subire tagli ai servizi e a fronteggiare nuove problematiche istituzionali, territori – come quello salentino – già abbondantemente vessato in ogni settore dell’economia, con un ulteriore aggravio per la gestione delle imprese.