Quando finisce un amore vero volano sempre gli stracci. E la storia tra Marco Mancosu ed il Lecce non fa eccezione. Basterebbe tacere, evitare di parlare, aspettare che si raffreddino gli animi. Niente da fare, la voglia di rinfacciarsi tutto viene prima di ogni cosa. Ed i social soffiano sul fuoco…Se poi chi sta accanto ai contendenti invece di far abbassare i toni si diverte sadicamente ad alzarli…il gioco è fatto. E così malgrado la bellissima vittoria degli uomini di Baroni sul Parma – che hanno passato il turno di Coppa Italia – e la sfida di domani con la Cremonese per un bell’inizio di campionato…- a tenere banco da 7 giorni è la polemica tra l’ex capitano sardo passato alla Spal e la società di Via Colonnello Costadura.
All’indomani dell’ufficialità della partenza era stato Mancosu a scrivere un post d’addio affettuosissimo verso i tifosi del Lecce, ma non mancavano gli spunti polemici contro la società.
“Un grazie enorme appunto a voi tifosi del lecce, siete la cosa più bella che mi sia capitata da quando gioco a calcio, davvero; l’affetto che ho sentito in questi anni è stato finora l’emozione più bella e che mi porterò per sempre dentro, quello striscione legherà la mia storia alla vostra! Perché alla fine della giostra, quando le luci si spengono e cala il sipario il mio nome è inciso a fuoco nella storia del Lecce e il Lecce è inciso a fuoco sulla mia pelle!”.

Oggi a prendere la parola è il presidentissimo Saverio Sticchi Damiani rimasto delusissimo dall’epilogo della vicenda, non tanto da un punto di vista sportivo quanto piuttosto umano. Il numero uno del Lecce non ha gradito la decisione di Mancosu di non dissociarsi dalle parole del suo agente Kael Grimaldi, parole ritenute denigratorie nei confronti di Pantaleo Corvino, della società e della squadra giallorossa.
“Caro Marco, mi sarei aspettato che tu prendessi le distanze da tutto questo fango, da questo tentativo di denigrare la mia, ma anche la tua società, perché il Lecce sarà sempre la società che ha cambiato la tua vita. Marco, il Lecce è sacro e sacre sono le persone che ci lavorano con impegno e chi prova a colpirle gratuitamente e senza motivo colpisce il Lecce. Nel tuo post di saluto, con un gioco di parole, dici di non voler dire la verità, sbagli Marco, questa era una occasione formidabile per dire la verità, perché come ho compreso io avrebbero capito tutti i tifosi”.
Lecce-Venezia, il giorno dopo l’errore del Capitano dal dischetto
Sticchi Damiani ripercorre il rapporto con Mancosu a partire dal rigore sbagliato dall’ex capitano in occasione della finale play off dello scorso anno con il Venezia:
“Perché io, il giorno dopo quella sfida, nonostante avessi appena perso la serie A, stavo pensando a te ed al tuo stato d’animo per il penalty sbagliato. Il rigore sbagliato contro il Venezia l’ha calciato il capitano coraggioso, quello che ho conosciuto ai tempi della serie C. Meritavi tremendamente che quel pallone andasse in rete e lo meritava anche il Lecce, invece il destino ha ammutolito la più bella delle favole sportive. Il nostro rapporto è stato sempre questo, ci siamo dati forza a vicenda nei momenti di grande sconforto, ma abbiamo gioito come pochi per le incredibili vittorie conseguite, gioie irrefrenabili che può provare solo chi non ha mai vinto a certi livelli. E nessuno di noi due aveva mai realizzato ciò che siamo stati capaci di fare nel Lecce”.

Il dopo-retrocessione dalla A
Il presidente racconta il dispiacere avuto quando dopo la retrocessione dalla A sentì Mancosu più freddo verso i colori giallorossi, gli sembrò che l’atleta fosse tra quelli scontenti di restare nel Salento.
“Avrai fatto pure 9 goal e non so quanti assist nella prima parte dell’ultimo campionato di B, ma non eri un giocatore contento, non eri il solito capitano, non eri Marco Mancosu”.
I giorni drammatici della malattia
Quindi le pagine più difficili, quelle della malattia dell’atleta: “Poi è arrivata la notizia terribile, per vari mesi lo sapevamo solo noi: tu, io, Pantaleo ed il nostro dottore. Ho cercato per te i migliori medici d’Italia come avrei fatto per mio fratello. In quel momento drammatico ci siamo ritrovati nel dolore, abbiamo conosciuto un uomo coraggioso, un grande padre ed un grande marito. Sei voluto tornare in campo prima del tempo ed hai combattuto come un leone, eri tornato il mio capitano, eri tornato Marco Mancosu”.
L’epilogo del rapporto
Quello che è successo quest’anno è sotto gli occhi di tutti ma Sticchi Damiani lo ha voluto ripercorrere passo dopo passo: “Siamo ripartiti quest’anno con te, da te e dalla nostra comune voglia di rivincita, fino a quella mattina in cui hai chiesto di parlarmi, appena rientrati dall’Olanda. Mi hai parlato di un ciclo ormai finito e della tua voglia di una nuova esperienza altrove (poi in effetti manifestatasi pochi giorni dopo). Per l’ennesima volta, ho compreso, condiviso e, per quanto possibile, agevolato le tue richieste. Non troverai molti presidenti che rinunciano ad una clausola di 2.5 milioni o a qualsiasi altra richiesta economica, ma la tua storia meritava questo trattamento speciale. Questa è stata l’ultima volta che ci siamo parlati ed ancora una volta abbracciati, con l’affetto di sempre. Dopo questa vicenda si è intromesso un giovane procuratore che con i suoi post infantili ha buttato discredito sulla mia società e sulle persone che ci lavorano. Ho solo voglia di chiudere questa brutta pagina e pensare al mio Lecce. Oggi ti dico soltanto buona vita Marco, anche se, credimi, avrei tanto voluto dirti: buona vita capitano”.