Condanna a 30 anni di reclusione per Salvatore Andrea Polimeno ritenuto dai giudici colpevole dell'omicidio volontario di Valentino Spalluto. La Corte di Assise (Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano e giudici popolari), pochi minuti fa, ha emesso la sentenza nei confronti del 27enne leccese, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti all'imputato.
I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 50.000 euro nei confronti di ciascuna parte civile (la sorella ed i genitori di Valentino Spalluto) difesi dagli avvocati Francesca Conte e Giada Paladini. Non solo, anche il risarcimento dei danni da quantificare in separata sede, la misura di sicurezza della libertà vigilata per tre anni e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Infine, i giudici hanno disposto la trasmissione degli atti al pm potendosi ravvisare ipotesi di reato per la condotta di sette persone, comparse in qualità di testimoni durante il processo.
Nell'udienza scorsa, il pubblico ministero Carmen Ruggiero aveva invocato, nei confronti dell'unico imputato, la pena del carcere a vita, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Il pm aveva sottolineato che "la mano assassina che ha ucciso Valentino Spalluto è quella di Salvatore Andrea Polimeno. Egli ha scelto di uccidere con coscienza e volontà". Polimeno, nel pomeriggio del 2 agosto 2012, avrebbe sparato per un errore di persona al giovane operaio originario di Surbo, Valentino Spalluto, ferendolo mortalmente mentre stava lavoravando all'allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini.
Successivamente, il sostituto procuratore Ruggiero ha ricostruito la vicenda nei minimi dettagli. Il pm ha sottolineato, anzitutto, l'importanza della testimonianza di Manuela Murra, la madre della cognata di Salvatore Polimeno. La donna telefonò alla Centrale di Polizia e disse che l'autore dell'omicidio di Valentino Spalluto era il 27enne leccese. Aggiunse che voleva uccidere Alessandro Leo, detto "Saso", ma avrebbe commesso un grave errore di persona. La Murra raccontò che si trovava affacciata al balcone, poco dopo l'omicidio, quando la pattuglia si avvicinò a casa di Polimeno e di averlo visto "salire come un pazzo a casa". Verso le 18.00, si recò a casa della figlia (fidanzata con il fratello di Salvatore Polimeno). Quest'ultima aveva ricevuto svariate visite in quei momenti frenetici, tra cui quella dello stesso Salvatore Polimeno che le riferì di avere ucciso ‘Saso’.
La signora Murra sapeva che in realtà c'era stato un errore di persona e in preda ai sensi di colpa decise di telefonare il giorno dopo alla polizia.
Invece, secondo il pm, mentì la figlia della Murra e cognata di Polimeno, in corso d'incidente probatorio. Invece, poco dopo l'omicidio, aveva riportato i fatti correttamente, come risultava dal verbale di sommarie informazioni raccolto dal gip. Raccontò, infatti, inizialmente di aver detto ad Alessandro Polimeno, suo fidanzato, "hanno ucciso a Saso" e questa "verità" gliela aveva confessata proprio Salvatore Polimeno. Infine, è risultata fondamentale nella ricostruzione degli eventi fornita dal pm, il racconto di alcuni giovani testimoni, anche se alcuni di essi hanno poi ritratto durante l'istruttoria dibattimentale. I testimoni riferirono di avere visto un individuo che guardava dietro la recinzione di Piazza Palio. Due di essi notarono anche una pistola. Una di loro disse "quello era Afaci" (il soprannome di Salvatore Polimeno). Dopo, la ragazza sarebbe tornata a casa e lo avrebbe raccontato alla madre, mentre il padre l'avrebbe spinta a stare zitta. Anche in questo caso, i ragazzi furono sottoposti ad alcuni tentativi di "insabbiamento" della verità, da parte dei genitori o di altri persone interessate.
Ricordiamo che in un'altra udienza, collegato in videoconferenza da una località segreta, il neo collaboratore di giustizia Gioele Greco ha confermato le dichiarazioni rese un anno fa, innanzi al sostituto procuratore antimafia Guglielmo Cataldi. Anzitutto, che Salvatore Polimeno gli raccontò di essere stato schiaffeggiato da Alessandro Leo per una partita di droga e di volerlo ammazzare. Egli, però, per un errore di persona uccise Valentino Spalluto. Il pentito ha raccontato che "Polimeno stava in lacrime e mi spiegò che per sbaglio aveva ucciso un ragazzo".
Salvatore Polimeno è difeso dall'avvocato Luigia Cretì. Il suo difensore, nell'arringa difensiva tenutasi questa mattina ha invocato l'assoluzione del proprio assistito, e in subordine ha chiesto alla Corte di valutare il suo stato di mente.