Processo Polimeno: una testimone chiave nega tutto

L’udienza odierna del processo a carico di Salvatore Andrea Polimeno, accusato di avere ucciso per un errore di persona Valentino Spalluto, mentre lavorava all’allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini, sono stati sentiti due testimoni.

Nuova udienza questa mattina, presso la Corte di Assise di Lecce, del processo di primo grado a carico del leccese Salvatore Andrea Polimeno, accusato di aver sparato per un errore di persona, al giovane operaio originario di Surbo, Valentino Spalluto, ferendolo mortalmente, mentre questi lavorava all'allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini.

Il giovane leccese, difensore l'avvocato Anna Luigia Cretì (le parti civili sono invece difese dall'avvocato Francesca Conte), è imputato per omicidio colposo; egli nel pomeriggio del 2 agosto 2012, si sarebbe recato a bordo del proprio scooter in piazza Palio per punire Alessandro Leo "reo" di averlo schiaffeggiato, in seguito alla vendita di una dose di eroina, inferiore alla quantità richiesta. Polimeno, però, avrebbe commesso un incredibile errore di persona ed i suoi colpi di pistola si sarebbero infranti contro il povero Spalluto.

Il dibattimento odierno, tenutosi dinanzi alla corte presieduta dal dr. Roberto Tanisi, giudice a latere Francesca Mariano, è iniziato con la deposizione degli ultimi due testimoni dell'accusa. Il secondo, era una conoscente di Polimeno. La giovane ha negato tutto quello che aveva dichiarato in sede d'indagine preliminari e di incidente probatorio. La giovane si è "giustificata" , dicendo che al momento dell'accaduto, quand'era quattordicenne, era senza giudizio ed immatura e si sarebbe fatta condizionata dal "sentito dire".

All'epoca dei fatti, avrebbe raccontato di essersi trovata, assieme a due amici sul luogo dell'omicidio. La giovane avrebbe visto Polimeno, soprannominato "afaci" (il quale si sarebbe vantato di essere andata a letto con lei, secondo la testimonianza di una sua amica) fare due giri di Piazza Palio con lo scooter, passare vicino al punto in cui si trovavano i tre ragazzi ( incrociando il suo sguardo, egli le avrebbe anche lanciato un'occhiataccia) e poi fermarsi in prossimità delle sbarre, dove gli operai lavoravano al palco di Laura Pausini. A quel punto, Andrea Polimeno sarebbe sceso dallo scooter, avrebbe estratto la pistola e l'avrebbe infilata tra le sbarre. A proposito dell'arma, la giovane, sentita all'epoca, l'avrebbe anche  descritta, affermando che era nera e munita di rotella. Dopodiché, i giovani si sarebbero allontanati spaventati, ma avrebbero udito prima uno sparo e poi altri due; infine avrebbero intravisto una sagoma distesa a terra. Poi la ragazza sarebbe tornata casa e si sarebbe confidata con la madre, (adesso nega la circostanza anche perché "aveva poco dialogo con lei").

Oggi, durante l'interrogatorio in aula, invece, la ragazza ha negato, anzitutto, di conoscere Polimeno, e di averlo visto impugnare una pistola. Avrebbe soltanto visto un ragazzo gesticolare, con un oggetto nero, ma non ricorda se era un'arma anche perché era molto distante. Inoltre, gli spari non avrebbero potuto sentirli, poiché si erano già allontanati.

Le prossime udienze sono state fissate per il 1 dicembre e 28 gennaio ( verranno  sentiti Polimeno e i testimoni della difesa), 4 febbraio ( conclusione pm e parti civili)  e 18 febbraio, quando dovrebbe arrivare la sentenza.



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