Omicidio Piazza Palio: sentito in aula il presunto assassino Andrea Polimeno

Durante l’esame Polimeno ha negato di aver litigato con Alessandro Leo, la persona verso il quale, secondo l’accusa, era indirizzato l’agguato rivelatosi mortale, in Piazza Palio. Il giovane è accusato dell’omicidio volontario, per un errore di persona, di Valentino Spalluto.

Nuova udienza del processo a carico del leccese Salvatore Andrea Polimeno, accusato di aver sparato per un errore di persona, al giovane operaio originario di Surbo, Valentino Spalluto, ferendolo mortalmente, mentre questi lavorava all'allestimento del palco per il concerto di Laura Pausini. Oggi,  dinanzi alla Corte di Assise, Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano e giudici popolari, sono stati ascoltati gli ultimi testimoni della difesa. Subito dopo, si è proceduto con l'esame dell'imputato, su richiesta del pubblico ministero Carmen Ruggiero. Polimeno ha negato di aver litigato con Alessandro Leo detto "Saso", la persona verso il quale, secondo l'accusa, era indirizzato l'agguato rivelatosi mortale, in Piazza Palio. Quest'ultimo, in dibattimento, aveva affermato di avere acquistato droga da Polimeno, sul pianerottolo di casa, mentre egli era confinato ai domiciliari e di avergli rifilato uno schiaffo per un quantitativo ritenuto insufficiente.  Invece oggi, l'imputato oltre a negare l'incontro, ha anche smentito di avere spacciato, mentre era ai domiciliari, affermando " La droga, io la regalavo".

Riguardo invece, la domanda del pm, la quale gli ha chiesto, se qualcuno lo chiamasse con il soprannome" Afaci",  Polimeno ha dichiarato "Di persone amici miei, no!". Infine, alla domanda "Lei conosceva Valentino Spalluto, l'imputato ha risposto "Sui giornali".  L'avvocato Anna Luigia Cretì, difensore di Polimeno, nell'ambito del controesame, ha anch'ella rivolto alcune domande al proprio assistito, in particolare sulla circostanza della perquisizione da parte dei carabinieri, presso la sua abitazione dopo l'omicidio. L'imputato ha affermato che i militari avrebbero controllato lo scooter ( con cui presumibilmente si sarebbe recato poco prima in Piazza Palio, per sparare contro Alessandro Leo), ma avrebbero affermato "è freddo". Invece, le parti civili sono difese dall'avvocato Francesca Conte, sostituta oggi in udienza dall'avvocato Giada Paladini, che non ha posto domande.

Salvatore Andrea Polimeno risponde dell'accusa di omicidio volontario; egli, nel pomeriggio del 2 agosto 2012, si sarebbe recato a bordo del proprio scooter in piazza Palio per punire Alessandro Leo "reo" di averlo schiaffeggiato, in seguito alla vendita di una dose di eroina, inferiore alla quantità richiesta. Polimeno, però, avrebbe commesso un incredibile errore di persona ed i suoi colpi di pistola si sarebbero infranti contro il povero Spalluto. In un'udienza precedente, una giovane testimone avrebbe negato tutto quello che aveva dichiarato in sede d'indagine preliminari e di incidente probatorio. La giovane si è "giustificata" , dicendo che al momento dell'accaduto, quand'era quattordicenne, era senza giudizio ed immatura e si sarebbe fatta condizionata dal "sentito dire". Soprattutto, ella si sarebbe voluta "vendicare" di "Afaci", il quale si era vantato di essere andata a letto con lei, secondo la testimonianza di una sua amica.

All'epoca dei fatti, avrebbe raccontato di essersi trovata, assieme a due amici sul luogo dell'omicidio. La giovane avrebbe visto Polimeno, soprannominato "Afaci", fare due giri di Piazza Palio con lo scooter, passare vicino al punto in cui si trovavano i tre ragazzi (incrociando il suo sguardo, egli le avrebbe anche lanciato un'occhiataccia) e poi fermarsi in prossimità delle sbarre, dove gli operai lavoravano al palco di Laura Pausini. A quel punto, Andrea Polimeno sarebbe sceso dallo scooter, avrebbe estratto la pistola e l'avrebbe infilata tra le sbarre. A proposito dell'arma, la giovane, sentita all'epoca, l'avrebbe anche descritta, affermando che era nera e munita di rotella. Dopodiché, i giovani si sarebbero allontanati spaventati, ma avrebbero udito prima uno sparo e poi altri due; infine avrebbero intravisto una sagoma distesa a terra.



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