Tentato omicidio di un operaio per la compravendita di un cavallo, la Procura chiede il processo


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Dopo la chiusura dell’inchiesta sul tentato omicidio di un operaio, per la compravendita di un cavallo, la Procura chiede il processo per l’imputato.

La richiesta di rinvio a giudizio è a firma del pm Alberto Santacatterina. In queste ore, inoltre, è stata fissata l’udienza preliminare, dinanzi al gup Sergio Tosi per il 22 maggio prossimo. In quella sede, lavvocato Donato Sabetta, difensore di Angelo Baglivo, 37enne di Noha, potrebbe chiedere il rito abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo).

L’imputato risponde di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione. Non solo, anche di tentata estorsione con l’aggravante di avere commesso il fatto con armi ed in luogo tale da ostacolare la pubblica e privata difesa. Infatti, l’aggressione sarebbe avvenuta nella proprietà di Baglivo e nei confronti di una persona disarmata ed intenta a manovrare la propria macchina in retromarcia, sullo stretto viale di accesso all’abitazione.

E poi viene contestata la detenzione di arma clandestina (una pistola calibro 7,65) con il numero di matricola abrasa e di ben 110 proiettili, ma anche la ricettazione, visto che era stata acquistata da persona non identificata. Inoltre, Baglivo risponde della detenzione illegale di una doppietta calibro 12 e di ricettazione, poiché consapevole che l’arma era il provento di un furto avvenuto a Matino nel 2012.

Angelo Baglivo si trova sempre in carcere, a seguito dell’arresto del novembre scorso. Intanto la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, dopo che il Riesame aveva rigettato la richiesta di revoca della misura. Il ricorso sarà discusso il 10 marzo prossimo. Il legale chiede quanto meno la sostituzione del carcere con i domiciliari, considerando lo stato d’incensuratezza dell’indagato e della sua collaborazione in fase d’indagine.

I fatti

Il 14 novembre scorso, poco dopo le 14.30, i due si erano incontrati in una masseria di proprietà del padre di Baglivo, nelle campagne tra Noha e Cutrofiano. La discussione per la compravendita di un cavallo è divenuta sempre più animata. L’agricoltore voleva costringere G.G. a dargli un cavallo in buona salute, in cambio della sua cavalla ferita. A un certo punto, avrebbe preso la pistola, che secondo la Procura era già carica e pronta per l’uso, collocata sotto la tettoia antistante l’abitazione. Ostentando l’arma, Baglivo avrebbe prima rivolto a G.G minacce del tipo “ti sparo, ti spezzo le gambe” per poi premere il grilletto della pistola calibro 7,65. Il 27enne di Galatina, è stato colpito in pieno viso, da un proiettile che gli ha trapassato la bocca. Il giovane è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione del “Vito Fazzi” di Lecce e successivamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per la rimozione del proiettile. L’operaio ha ricostruito la dinamica del grave fatto di sangue, dinanzi ai carabinieri, durante il ricovero in ospedale. Ed ha sostenuto che Baglivo voleva acquistare un cavallo per ragioni di agricoltura, ma lui poteva cederglielo solo per destinarlo al macello. Di fronte al diniego, il 37enne ha preso la pistola per poi esplodere il colpo. Invece, Angelo Baglivo, finito in manette dopo l’accaduto, ha sostenuto davanti al gip Simona Panzera, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, che il colpo di pistola era partito accidentalmente e che non aveva intenzione di uccidere G.G.