Manifestanti impediscono alle betoniere di raggiungere il cantiere, si valutano i danni. Tap sporgerà denuncia

Tap ha deciso di sporgere denuncia dopo che, ieri, alcuni manifestanti hanno impedito a due betoniere di raggiungere il Cantiere di San Basilio. I lavori per la realizzazione del pozzo di spinta del microtunnel sono regolarmente ripresi questa mattina.

Si sono presentati in centocinquanta a San Luigi, all’incrocio della strada che collega Melendugno alla marina di San Foca. Un “blitz” dei manifestanti No-Tap voluto per sbarrare la strada a due betoniere e alla scorta delle Forze dell’Ordine, impedendogli di raggiungere il cantiere di San Basilio, dove sono in corso i lavori per la realizzazione del pozzo di spinta del micro-tunnel. Il blocco è terminato solo quando i mezzi hanno fatto retromarcia e sono tornati in sede.

Non si registrano feriti, ma ora la multinazionale svizzera passa alla conta dei danni materiali causati dagli attivisti che hanno impedito il regolare svolgimento delle attività. Anzi, come si legge in una nota ufficiale Tap sembra intenzionata a sporgere denuncia. La società, insomma, si riserva ulteriori iniziative legali. «Abbiamo piena fiducia nella capacità della magistratura e delle forze dell’ordine nell’individuare gli ideatori e i responsabili di questi gravi fatti», ha dichiarato il country manager Michele Elia.

I due mezzi di una ditta salentina che trasportavano calcestruzzo, prodotto anch’esso da un’azienda locale, hanno fortunosamente potuto liberarsi del carico – ormai inservibile per le attività di costruzione –  prima che si producessero danni irreparabili ai macchinari.

Non la pensano così i No-Tap che, proprio ieri, sulla pagina facebook del Movimento scrivevano: «Chi pagherà i danni che tap sta perpetrando su questo territorio? Devono essere loro a dare conto di ogni singola foglia strappata a questa terra, non chi lotta perché essa non sia strappata».

I lavori per la realizzazione del gasdotto sono regolarmente ripresi questa mattina. Al momento risultano “gettati” più della metà dei pali secanti necessari a definire il perimetro stagno del pozzo.

La condanna di Confindustria Lecce

“In un periodo davvero complesso e cruciale per la nostra economia – afferma il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro – nel quale le imprese con grandi difficoltà cercano di mantenere i livelli occupazionali e garantire benessere sociale alle famiglie, portando altresì crescita e sviluppo al territorio salentino, sembra davvero inconcepibile che si possa agire, in violazione di qualunque norma, per interrompere l’attività lavorativa delle aziende. Le betoniere, oggetto del blocco da parte dei manifestanti, rischiano infatti seri danni insieme ai materiali in esse trasportati, con possibili conseguenze anche su una futura eventuale interruzione delle prestazioni d’opera”.

Insomma, Confindustria Lecce si schiera, senza se e senza ma, accanto alle attività, agli imprenditori e ai lavoratori coinvolti, loro malgrado, nella protesta messa in scena da alcuni manifestanti che hanno impedito la consegna dei materiali. Non solo, fa appello al buon senso e al rispetto delle regole. “Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee in modo pacifico – concludono – ma senza adottare comportamenti prevaricatori che vanno a ledere la libertà di intraprendere e il diritto al lavoro altrui, anch’essi sanciti costituzionalmente”.



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