Diritto agli studi universitari in carcere, sottoscritta una convenzione tra atenei pugliesi e Dap

Obiettivo principale è la collaborazione tra le istituzioni firmatarie, che si impegnano a individuare aree di intervento mirate a favorire lo sviluppo culturale e la formazione universitaria per i detenuti

È stata sottoscritta, nella sala conferenze del Rettorato dell’Università del Salento a Lecce, una convezione per il diritto agli studi universitari in carcere tra il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato Regionale della Puglia e Basilicata (PRAP) e le Università pugliesi.

Firmatari il Provveditore Regionale Giuseppe Martone, il Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, il Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Stefano Bronzini, il Rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino, il Rettore dell’Università LUM “Giuseppe De Gennaro” Antonello Garzoni e, per il Rettore dell’Università di Foggia Pierpaolo Limone, la delegata professoressa Anna Maria Campanale. Con la sottoscrizione di questa convenzione, gli Atenei pugliesi aderiscono alla CNUPP – Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, istituita dalla CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e rappresentata nel corso dell’incontro dal Presidente nazionale Franco Prina. Presenti inoltre i delegati dei Rettori per i Poli Universitari pugliesi per studenti detenuti Ignazio Grattagliano (Università di Bari) e Marta Vignola (Università del Salento).

Gli obiettivi della sottoscrizione

Obiettivo principale è la collaborazione tra le istituzioni firmatarie, che si impegnano a individuare aree di intervento mirate a favorire lo sviluppo culturale e la formazione universitaria: per sostenere i detenuti negli istituti penitenziari della Puglia con l’obiettivo primario del reinserimento; favorire la formazione universitaria del personale operante nel territorio di competenza del Provveditorato della Puglia; giungere alla costituzione di un “Polo didattico universitario penitenziario Appulo–Lucano” quale sistema integrato di coordinamento delle attività volte a consentire ai detenuti e agli internati negli istituti penitenziari interessati il conseguimento di titoli di studio di livello universitario, secondo le modalità che saranno disciplinate negli atti regolamentari e le procedure e le condizioni vigenti presso ciascun Ateneo.

Nel primo triennio di vita della CNUPP – Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, gli Atenei aderenti con studenti attivi sono passati da 27 nel 2018/19 a 32 nel 2020/21 (con un incremento del 18,5%); gli Istituti Penitenziari in cui operano i Poli Universitari Penitenziari da 70 a 82 (con un incremento del 17,1%); il numero di studenti iscritti da 796 a 1034 (con un incremento del 29,9%). Tra questi dati spicca il notevole incremento della componente femminile, che passa da appena 28 studentesse nel 2018-19 a 64 nel 2020-21, quindi con un incremento del 128,6%.

Come sottolineato nel corso dell’incontro, percorsi in sinergia con l’Amministrazione Penitenziaria possono consentire di trasformare la detenzione da un tempo “sospeso” a un periodo fecondo, in cui il cittadino condannato possa intraprendere percorsi formativi anche di alto livello, che gli consentano di investire sul proprio capitale umano –  strumento indispensabile per ridurre i rischi di recidiva – con benefici sia per il singolo che per la società. La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e per la più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale.



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