‘Povera patria’, riflessioni tra rassegnazione e indignazione sul sistema di potere che sfibra il Salento


Condividi su

Il quadro che esce fuori a prima vista dalle intercettazioni nell’indagine della Guardia di Finanza di Otranto coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce su sanità, concorsi e favori nel Salento è a dir poco degradante.

Roba da consigliare ai nostri figli l’espatrio immediato, la ricerca di una terra e di un futuro migliori rispetto a quelli che potrebbero avere in un territorio capace esclusivamente di cantarsela e suonarsela da solo e che è specializzato nel consegnare le chiavi di casa alla meglio politica.

Nel mirino della Magistratura finiscono, tra gli altri, politici di lungo, lunghissimo, corso come Totò Ruggeri, sindaci ed ex sindaci come Mario Pendinelli, Pierpaolo Cariddi e Antonio Ermenegildo Renna, dirigenti pubblici come il Direttore Generale della Asl di Lecce Rodolfo Rollo, che ha scelto la via delle dimissioni insieme all’amministratore unico di SanitaService Luigino Sergio. Per non parlare di chi non è citato nell’ordinanza applicativa delle misure coercitive a firma dei giudici ma si staglia all’orizzonte con altrettanta evidenza.

Certo, sgombriamo immediatamente il campo dagli equivoci e mettiamoci subito la coscienza a posto. Così, tanto per evitare le reprimende delle anime belle.

Uno: tutti i cittadini non sono da considerarsi colpevoli sino alla condanna definitiva.

Due: siamo solo agli inizi di un’ indagine in cui chi è accusato dovrà avere modi e tempi per difendersi e dimostrare il proprio grado di estraneità alle contestazioni.

Tre: si scoprirà che i marescialli della Guardia di Finanza impegnati nelle intercettazioni hanno commesso degli errori di trascrizione e si dimostrerà che non si è mai pronunciata la parola ‘pesce’ bensì ‘pesche’, riferendosi alla gustosa frutta che maturava nei giardini degli indagati. Non si è mai pronunciata la parola ‘aragoste’ bensì ‘coste’, riferendosi alle bellezze naturali della provincia di Lecce che allietano tutti i giorni lo sguardo e l’anima di chi non ha perso la sensibilità per incantarsi. Non si è mai pronunciata la parola ‘cozze’ bensì altro termine volgare utilizzato frequentemente nello slang salentino.

Non bisogna avere fretta. Non bisogna farsi prendere dal cinismo, dall’intransigenza, dal giustizialismo. Ci sarà tempo e modo per capire cosa sta venendo a galla in queste ore e certamente noi saremmo i primi ad augurarci che si tratti di un gigantesco equivoco, di una gigantesca boutade, di un’enorme bolla. Dovesse essere vero un decimo di quello che si legge e che una persona di media intelligenza può comprendere…ci sarebbe da vergognarsi.

Vi meravigliate? Avete forse scoperto l’acqua calda? Non lo sapevate che le cose andavano così?‘. Questo è per lo più il tenore di chi commenta sui social gli articoli di Leccenews24.it. Ed in effetti non è la prima volta che si legge di sesso in cambio di posti di lavoro, di soldi in cambio di voti, di pesce in cambio di favori. Lo abbiamo constatato in tutti gli scandali che hanno riguardato nel tempo tutti i palazzi del potere salentino. Siamo arrivati perfino al viagra in cambio di qualche accomodamento. Eppure c’è qualcosa che questa volta stupisce e indigna ancora di più.

Ed è l’aria di assoluta impunità dei protagonisti. Una sorta di delirio di onnipotenza, di intoccabilità.

Nessuna paura di essere intercettati, seguiti, pedinati, registrati, sputtanati. Quasi tutto alla luce del sole in un clima da ‘ma chi vuoi che ci tocchi?‘. Una specie di sistema di potere nemmeno troppo ‘parallelo’. Potremmo, piuttosto, dire ‘sovrapposto’ a quello ufficiale. Un modus operandi che confermerebbe – ripetiamo, sempre che fosse vero…- l’inutilità di concorsi, meritocrazia, trasparenza, rettitudine. Un’organizzazione scientifica in tempi di austerità, figuriamoci alla luce delle risorse inaspettate del Pnrr.

Questa volta non si possono fare spallucce, battute, sorrisini. Questa volta bisogna stare con gli occhi sgranati. Per chiedere scusa a chi in queste ore di scoperchiamento della pentola è stato erroneamente tirato in ballo ma per pretendere, allo stesso tempo, la giusta condanna – giudiziaria, politica e sociale – di chi ha calpestato la moralità pubblica. E mentre non riusciamo a contenere l’indignazione e la rassegnazione, ci commuove l’eco in sottofondo delle parole del Maestro Battiato: «Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame che non sa cosa è il pudore. Si credono potenti e gli va bene quello che fanno e tutto gli appartiene. Tra i governanti quanti perfetti inutili buffoni in questo Paese devastato dal dolore».