Terremoto giudiziario in Puglia. Procura contesta anche il voto di scambio alle regionali del 2020

Secondo l’accusa, Ruggeri e Pendinelli avrebbero promesso e offerto denaro ai loro referenti politici in due Comuni del Salento

C’è anche l’ipotesi di voto di scambio alle Regionali del 2020, tra le accuse contenute nelle oltre 300 pagine di ordinanza del gip Panzera che hanno portato al terremoto giudiziario in Puglia. Sono coinvolti l’ex assessore regionale Totò Ruggeri e l’ex consigliere regionale e neo sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli.
Secondo l’accusa i due avrebbero promesso e offerto denaro ai loro referenti politici in due Comuni del Salento. In che modo? Comprando pacchetti di voti e indicando addirittura il prezzo di ogni singolo voto. Si parla di 6mila euro ad Aradeo per 120 preferenze e 10mila euro a Gallipoli per 75 preferenze.
Infatti, In una conversazione del 20 luglio del 2020, avvenuta nel suo ufficio a Muro Leccese, Ruggeri, si legge nell’ordinanza,  suggeriva espressamente a Pendinelli di comprare i voti necessari, spingendosi perfino a quantificare il prezzo da corrispondere ad un candidato: “prendilo, dagli 10 mila euro te li dò subito e poi gli altri te li dò dopo…gli altri glieli dò dopo”.
Dopo la conclusione della tornata elettorale, sempre nel suo ufficio, discutendo degli esiti elettorali, Riggeri commentava con Pendinelli le preferenze ricevute al comune di Aradeo, lamentando l’esito insoddisfacente dei voti. Ed afferma in una intercettazione: “quanti voti ha preso Mario….40? Vi dico una cosa….diciamo che a tutto oggi mi è costato 150 euro a voto…io ti ho dato 6mila euri….6mila per portare Mario…tutto a posto…tutto a posto…(bestemmia).



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