Accusata di “abbandono di minore”: Preside condannata a 4 mesi

Il gup Simona Panzera, al termine del giudizio abbreviato, ha disposto la sospensione della pena e la non menzione della condanna. Il difensore dell’imputata presenterà ricorso in Appello. La vicenda risale a fine maggio del 2016.

scuola elementare San Domenico Savio

Condanna a 4 mesi di reclusione per la Preside accusata di non aver consentito subito l’ingresso a scuola ad un’alunna, arrivata in ritardo e poi rimasta sola per strada.

La sentenza è stata emessa dal gup Simona Panzera, al termine del giudizio abbreviato, disponendo la sospensione della pena e la non menzione della condanna. In precedenza, il pm ha invocato la condanna.

Il difensore dell’imputata, l’avvocato Mario Turi del Foro di Salerno, ha chiesto l’assoluzione contestando la sussistenza del reato di abbandono di minore, perché la bimba non si sarebbe trovata in alcuna situazione di pericolo. Una volta depositate le motivazioni della sentenza, presenterà ricorso in Appello. Inoltre, la Preside è stata ascoltata dal giudice nell’udienza scorsa e ha ricostruito l’episodio sottolineando di avere poi accompagnato in classe, l’alunna.

L’inchiesta

Il pm Giovanni Gagliotta già alcuni mesi fa, aprì un’inchiesta che fece grande scalpore in città, a carico di A. Z., 65enne leccese, Dirigente dell’istituto scolastico San Domenico Savio, con l’ipotesi di reato “abbandono di persone minori”. La Preside depositò, attraverso il proprio legale, una prima memoria difensiva in cui vennero allegate le circolari da lei emanate, per regolare l’ingresso e l’uscita dei bambini.

La vicenda risale a fine maggio del 2016. Un’alunna di 9 anni giunta all’interno del cortile della scuola, trovò il portone chiuso; tornò indietro per raggiungere la mamma, ma quest’ultima era già andata via e dunque restò sola per strada.

La bimba fu “soccorsa” da una poliziotta della municipale e da un finanziere che presentarono una relazione di servizio, da cui prese il via l’inchiesta penale. Sulla scorta di questi accertamenti, il pm mise nero su bianco, le presunte responsabilità della Preside. Quest’ultima avrebbe riferito alla bambina di uscire per avvisare la madre e farsi preparare un permesso scritto per accedere a scuola, ma non avrebbe controllato, neppure attraverso dipendenti scolastici, se il genitore fosse già andato via.

Ricordiamo infine che, in quello stesso periodo, la Preside inviò una lettera di due pagine a circa 400 famiglie degli scolari per “combattere” l’abitudine di accompagnare i figli fin nell’atrio scolastico.



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