Processo alla ‘Banda della 166’: tre condanne a 20 anni di reclusione e cinque assoluzioni

L’operazione ribattezzata ‘Challenge’ fu eseguita nel novembre del 2008 e condotta dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce. Il nome ‘sfida’ fu scelto evocando gli inseguimenti ad alta velocità, tra il leccese ed il brindisino, ingaggiati dai malviventi con le forze dell’ordine

Si conclude con tre condanne e cinque assoluzioni, il secondo atto del processo sulla "Banda della 166". La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda sezione penale (Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Marcello Rizzo ed Annalisa De Benedictis) che hanno inflitto la pena di: 7 anni e 9 mesi nei confronti di Francesco Liuzzi, brindisino, 47enne; 6 anni e 8 mesi per Angelo Balestra, 47enne di Brindisi; 5 anni per Alessandro Levante, 40enne di Trepuzzi.
 

Invece, il collegio giudicante ha assolto: Luciano Balestra, detto "Pierino", 46enne di Brindisi; Domenico Centocelle, 64enne di Galatone; Giuseppe Casilli, detto "Pino", 49enne di Cellino San Marco e un altro imputato nel frattempo deceduto.
 
Sempre per questi quattro e nei confronti di Leonardo Costa, 49enne di Corigliano d'Otranto, i giudici hanno dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato. Gli imputati sono assistiti tra gli altri, dall'avvocato Francesco Fasano, Ladislao Massari e Antonio Delli Atti.
 
Invece, il processo di primo grado per gli imputati giudicati in abbreviato, si è concluso con sette condanne (alcune ridimensionate in Appello) e cinque assoluzioni. Le accuse formulate per tutti gli imputati dei due processi, erano in diversa misura ed a vario titolo: associazione per delinquere finalizzata alla rapina, al furto, alla ricettazione, ma anche al riciclaggio di autoveicoli; reati contro il patrimonio, ricettazione e concorso in riciclaggio di autovetture.
 
 
L'operazione ribattezzata "Challenge", fu eseguita nel novembre del 2008 e condotta dagli uomini della squadra mobile di Lecce. Il nome " sfida" fu scelto evocando gli inseguimenti ad alta velocità, tra il leccese ed il brindisino, ingaggiati dai malviventi con le forze dell'ordine. Vennero eseguiti dodici arresti su richiesta del pm Francesca Miglietta e attraverso ordinanza firmata dal gip Maurizio Saso. Diversi esponenti del gruppo furono protagonisti di furti e "spaccate" tra il 2007 ed il 2008. Venivano presi di mira, distributori di carburanti, negozi, rivendite di tabacchi, abitazioni private
 
L'inchiesta permise di individuare i luoghi dove venivano nascoste le auto rubate per i raid notturni. l'Alfa 166 (da cui prese il nome la banda) fu ritrovata nelle campagne di San Vito dei Normanni, nel brindisino. 



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