​Quattro assessori e il posto di vicesindaco. Sarebbe questo l’accordo fifty-fifty tra Salvemini e Delli Noci. L’analisi di leccenews24

È ufficiale l’apparentamento tra Carlo Salvemini, Alessandro Delli Noci e l’Udc di Totò Ruggeri, ma la virata a sinistra dei centristi costa al candidato sindaco quattro assessorati. Ecco i motivi della scelta.

Nella giornata in cui Mauro Giliberti e la coalizione di centrodestra incassano il secco No del Riesame contro l’interdizione dai pubblici uffici di Attilio Monosi, eletto al primo turno tra le file di Direzione Italia, il competitor Carlo Salvemini annuncia, invece, di aver concluso l’accordo con Alessandro Delli Noci e l’Udc di Totò Ruggeri.
  
Costerebbe caro al candidato sindaco di centrosinistra l’apparentamento, ma visti i numeri risicati in consiglio, se non addirittura il rischio di anatra zoppa, Salvemini sembra portare a casa il migliore dei risultati possibili. Voci di corridoio parlano di quattro assessorati ceduti ai ‘centristi’: due alle civiche dellinociane e due all’Udc. Trapelano anche i nomi, visto che diventerebbero assessori per lo scudo crociato Marco Nuzzaci e Carlo Mignone, mentre per le civiche entrerebbero nella giunta lo stesso Delli Noci come vicesindaco e Marco Giannotta. Si presenterebbe però il problema delle «quote rosa» in nome del quale diventano papabili due donne: Paola Bruno per l’Udc e da individuare la figura femminile nelle civiche. Su questo tuttavia, Salvemini in conferenza stampa è stato molto chiaro relegando questo tipo di accordi a mere voci non confermate e parlando solo di un accordo politico che prevede l'attribuzione della carica di vicesindaco all'ingegnere leccese.
 
Aveva promesso che avrebbe fatto tutto alla luce del sole e così è stato per Salvemini che, chiuse le urne, ha guardato con attenzione ai numeri, considerando quel 16,90% raggiunto da Delli Noci come un ‘risultato di tutto rispetto’. Il resto, ormai, è cosa nota. Un filo seppur sottile li legava: quello di voler rappresentare un’alternativa alla città dopo 20 anni di governo del centrodestra. L’accordo è stato quasi naturale se l’obiettivo di mandare a casa il centrodestra non è stato centrato con la corsa in solitaria. 
   
«In questi giorni ci siamo confrontati, ascoltati – ha dichiarato Salvemini –  ora siamo davanti a un passaggio importante per la vita politica. Abbiamo fissato questa conferenza per far conoscere il contenuto dell’accordo politico raggiunto in modo che sia sotto gli occhi di tutti. Il suo ruolo sarà quello di vicesindaco: è stato un assessore uscente, aspirante alla poltrona più alta di Palazzo Carafa ed è giusto che sia al mio fianco nel prossimo governo».
   
Altro capitolo è quello del premio di maggioranza: «è giusto – ha continuato –  che venga condiviso con tutte le liste dell'apparentamento. Siamo qui con il sorriso sulle labbra, ho detto ad Alessandro di rilassarsi un po' per caricarsi al meglio a questa ultima settimana di campagna».
   
L’ultimo pensiero Salvemini lo riserva ai cittadini, invitandoli a riflettere scevri da qualunque ‘chiacchiera’: «in questi giorni – ha concluso – ci si eserciterà tanto nel cercare tutte le dissonanze tra me e Delli Noci. Io l'ho sempre detto che abbiamo biografie differenti, ma ci siamo sempre rispettati. Questa vicinanza la leggo come sintomo di una comunanza nel segno di un governo, il nostro, che sarà per tutti, anche per chi non ci ha votato». 
  
Insomma, più che di una semplice stretta di mano, Salvemini e Delli Noci danno vita ad un patto di ferro, una sorta di fifty-fifty contro il comune avversario, a cui come scrivevamo ieri si vuole dare la spallata definitiva.
 
«Siamo in un momento storico per la città – ha dichiarato Alessandro Delli Noci – premetto che siamo qui perché io non mi sono riconosciuto più in un sistema clientelare che volevo e voglio cambiare. Ho scelto sempre la via più impervia, spinto dallo spirito di responsabilità». Cambiamento: è questo il minimo comun denominatore tra Salvemini e Delli Noci.
  
«Sul programma siamo in piena sintonia, ma abbiamo messo al centro quattro pilastri: trasparenza, legalità, partecipazione e innovazione. Non è stata per me una scelta facile: potevo tornare da dove venivo, ma non abbiamo inteso interloquire e per me il centrodestra è una esperienza chiusa, una totale distanza Amministrativa. Potevamo andare al mare, invece abbiamo scelto Carlo perché è la via più difficile e coraggiosa. Dobbiamo completare l'opera: mandarli a casa. È Carlo che mi ha proposto l'incarico di vicesindaco. In questi anni ho lavorato solo per il bene di Lecce e la trasversalità che mi si riconosce lo testimonia. A questa scelta siamo arrivati dopo una serie di incontri con i miei candidati e dei miei sostenitori, finalmente cittadini coinvolti e non sudditi. Fidatevi di noi: abbiamo chiesto pari dignità perché non saremo una stampella. Ringrazio anche il sentore Ruggeri e l'Udc, parte integrante di questo accordo. Chi nei prossimi giorni getterà fango su di me non lo fa per ideologia. E a chi si indigna perché vado con i comunisti dico piuttosto di indignarsi per aver eletto una persona interdetta dai pubblici uffici. Invito i cittadini a liberarsi dalle catene, di provare a vedere cosa succede se si cambiano le cose. Spero di imparare da Carlo il sorriso e di trasmettergli il valore del coraggio che mi è stato riconosciuto in questi mesi.
   
Certo, dai commenti del popolo di Delli Noci sembra che non sarà tutto “rose e fiori”, sono in molti nell’elettorato dell’ex assessore all’innovazione di Paolo Perrone a non condividere questa scelta e non è dato ancora di comprendere se si opporranno andando a sostenere Giliberti o resteranno fermi ad attendere il responso delle urne. Inutile negare che quest’asse è il dato politico più interessante. 



In questo articolo: