
In concomitanza con le manifestazioni che si stanno svolgendo a Palermo, Roma, Ravenna e Milano, anche a Lecce si è tenuto un presidio unitario, in Piazza Sant’Oronzo, in occasione dello Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici del Credito. Cgil, Cisl e Uil Lecce sono al fianco dei Sindacati della categoria del Credito per affermare la rilevanza sociale di questa vertenza che non riguarda semplicemente un rinnovo contrattuale, ma più in generale il ruolo delle banche e del credito nel nostro Paese.
“Riteniamo importante che anche l’opinione pubblica partecipi e sostenga questa battaglia per la difesa del lavoro e per un nuovo modello di fare banca che ritorni finalmente al servizio delle famiglie e delle piccole e medie imprese a favore dello sviluppo e del rilancio dell’economia sul territorio”. Con queste parole, la segretaria di Fisal Cgil Lecce, Paola Boccardo, ha spiegato i motivi della manifestazione odierna. “Siamo qui – continua la Boccardo – per difendere le ragioni del lavoro, perché è inaccettabile che la produttività e lo sviluppo delle aziende debba passare attraverso il taglio dei costi al personale. Riteniamo invece che possa esserci una strada alternativa, fondata su un nuovo modello di fare banca, al servizio delle famiglie e delle piccole e medie imprese a favore dello sviluppo e del rilancio dell'economia del nostro territorio”.
I bancari in sciopero sono in tutta Italia riuniti sotto lo stesso slogan: #sonobancario al servizio del paese. Altissima l’adesione dei lavoratori del credito allo sciopero di oggi in provincia di Lecce, con punte del 95%. Sciopero proclamato in risposta alla decisione unilaterale di Abi (Associazione Bancaria Italiana) di disdettare il Contratto collettivo nazionale del lavoro, producendo di fatto la sua disapplicazione. Una decisione devastante sul fronte dei diritti, che produrrà l’attuazione dei contratti di prossimità (diversificati azienda per azienda) aprendo la strada a situazioni di eterogeneità di trattamento, normativo ed economico, dei lavoratori. Le rivendicazioni dei bancari sono tre: il Contratto Nazionale deve restare il primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale; il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro; i bancari vogliono restare al servizio del Paese, al fianco dei clienti e dei risparmiatori, contro l’egoismo dei banchieri.
“Rinnovare il contratto dei bancari è necessario per difendere il diritto alla contrattazione” afferma il segretario generale della Uil di Lecce Salvatore Giannetto, unitamente al segretario provinciale Uilca Oronzo Pedio.
“Oggi – sottolineano i due – i lavoratori del credito scioperano per rivendicare il diritto ad avere il rinnovo del loro contratto, ma questa è una battaglia che riguarda tutti i lavoratori. Nel nostro Paese è in atto il tentativo di mettere in discussione il principio costituzionale della contrattazione ed è a questa deriva che bisogna porre un argine. Per questa ragione il 95% dei lavoratori del credito salentini ha scelto di aderire allo sciopero odierno contro la decisione unilaterale di Abi di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dall’ 1 aprile 2015”.
“Un attacco ai diritti dei lavoratori, dopo anni e anni di lotte, che non ha precedenti. Il contratto nazionale – dicono ancora Giannetto e Pedio – deve rimanere il primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’area contrattuale perché il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro. I bancari vogliono continuare a essere al servizio del Paese, al fianco dei clienti e dei risparmiatori contro l’egoismo dei banchieri”.