Troppi blackout in Puglia e Salento, l’allarme dei Sindacati sui guasti elettrici

La posizione dei sindacati è chiara e intransigente: “I Blackout non nascono casualmente, ma sono responsabilità ben precise di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli.”

La Puglia e in particolare il Salento sono alle prese con un’ondata preoccupante di blackout e disservizi sulla rete elettrica, una situazione che sta mettendo a dura prova cittadini, commercianti e aziende. Le segreterie regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno lanciato un accorato appello alle istituzioni e alla cittadinanza attraverso una lettera aperta, denunciando le difficoltà dei lavoratori Enel e le carenze strutturali che, a loro dire, sono alla base di questi continui guasti.

Blackout non casuali: i numeri di un’emergenza

I dati forniti dai sindacati parlano chiaro: solo nel primo semestre dell’anno, si sono registrati circa 4.000 guasti a Bari e oltre 3.500 tra Foggia, Taranto e Brindisi. La provincia di Lecce detiene il triste primato con punte che arrivano a toccare i 6.000 guasti, per un totale impressionante di circa 21.000 disservizi in tutta la Puglia.
Questi numeri si traducono in disagi concreti e ripetuti. Esempi come i continui blackout a Porto Cesareo, il guasto che ha interessato l’Ospedale Fazzi a Lecce, le 12 ore consecutive senza corrente ad Andria, le 5 ore di interruzione a Bisceglie, o i disservizi di oltre due giorni nel Gargano, testimoniano una situazione insostenibile.

Il “caldo inaspettato” e le responsabilità mancate

Di fronte a questa emergenza, si cerca spesso di attribuire la colpa al caldo asfissiante e all’eccessivo uso dei condizionatori. Tuttavia, i sindacati smentiscono categoricamente questa tesi, sottolineando l’ironia di una situazione in cui le stesse aziende elettriche hanno incentivato l’uso di questi apparecchi per la transizione energetica.

Antonio Frattini (Filctem Cgil), Natale Lattanzi (Flaei Cisl) e Carlo Perrucci (Uiltec Uil) sono concordi nel denunciare la mancanza di programmazione e confronto sulle politiche industriali da parte di e-distribuzione, società del Gruppo Enel che detiene la concessione per oltre l’85% del territorio nazionale. Secondo i sindacati, la società starebbe privilegiando la dimensione finanziaria a discapito degli investimenti necessari sulla rete e sulla forza lavoro.

Investimenti mancati e organici insufficienti: le accuse dei sindacati

La lettera aperta evidenzia come la strategia attuale sia quella di risparmiare sugli investimenti, preferendo riparare impianti obsoleti e riducendo il personale. Questa politica si traduce in organici di base del tutto insufficienti, con i lavoratori costretti a turni sfalsati e a richieste di reperibilità aggiuntive che vanno ben oltre i limiti contrattuali.
I sindacati, che da anni denunciano queste problematiche e hanno intrapreso scioperi a oltranza proprio su questi temi, sostengono che e-distribuzione, in quanto concessionaria di un servizio pubblico, dovrebbe utilizzare i proventi delle bollette per abbassare i costi per i cittadini e per garantire gli investimenti necessari.

L’appello alle Istituzioni: “I blackout non nascono casualmente”

Di fronte a questa situazione critica, Filctem Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil rivolgono un pressante appello alle Istituzioni – Governo, Regioni e Sindaci – e a tutte le forze politiche. L’obiettivo è che riprendano la loro funzione di controllo sui concessionari di servizi pubblici, come le aziende di distribuzione di energia elettrica.

La posizione dei sindacati è chiara e intransigente: “I Blackout non nascono casualmente, ma sono responsabilità ben precise di chi non ha fatto quanto doveva per evitarli.” È un monito forte che chiede interventi concreti per garantire un servizio essenziale e scongiurare che la Puglia e il Salento continuino a subire disservizi che mettono a rischio la vita quotidiana e lo sviluppo economico del territorio.



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