Amministratore di sostegno intascò 30mila euro dalla zia malata? Nipote a processo

Un 62enne di un paese alle porte di Lecce è finito sotto processo per il reato continuato di peculato, dovrà presentarsi il 3 giugno prossimo dinanzi al collegio della seconda sezione penale.

È accusato di essersi appropriato di circa 30mila euro dalla zia malata e benestante di cui era amministratore di sostegno.

Un 62enne di un paese alle porte di Lecce è finito sotto processo per il reato continuato di peculato. Nelle scorse ore, l’uomo è stato infatti rinviato a giudizio dal gup Edoardo D’Ambrosio. L’imputato dovrà presentarsi il 3 giugno prossimo dinanzi al collegio della seconda sezione penale, per l’inizio del processo. Nel corso dell’udienza preliminare, altri due nipoti si sono costituiti parte civile, attraverso gli avvocati Antonio Bolognese e Anna Capone.

L’imputato è invece assistito dall’avvocato Luigi Covella. Naturalmente, egli potrà difendersi dall’accusa durante il dibattimento, cercando di dimostrare ai giudici che alla base della denuncia ci fosse una “speculazione” tra cugini.

L’inchiesta

Le indagini coordinate dal pm Elsa Valeria Mignone e condotte dagli uomini della Gdf di Lecce, hanno preso il via dalla denuncia di un nipote.
Secondo l’accusa, un altro nipote-nominato, nell’aprile del 2013, amministratore di sostegno per le precarie condizioni di salute della zia (su decisione del Giudice Tutelare del Tribunale) avrebbe intascato per quasi due anni, svariate somme di denaro dai conti correnti intestati alla stessa. Non meno di 30mila euro, come indicato dallo stesso giudice nel provvedimento di esonero dall’incarico. In che maniera? Giustificando tali prelievi con varie spese: alimentari, di ristorazione, rimborso carburanti, prestazioni di assistenza privata e spese legali. La Procura ritene però che tali somme fossero spropositate e non necessarie al sostentamento ed alla gestione dell’assistita.

L’anziana e benestante signora morì nei primi mesi del 2015. La vicenda prese inizialmente una piega, degna di un libro di Agatha Christie. In seguito al decesso, infatti, il nipote sporse una prima denuncia, chiedendo ai carabinieri della locale stazione di indagare sulle cause, ritenendo la morte della zia, strana ed improvvisa. Infatti, poche ore prima, l’altro nipote era stato esonerato dal ruolo di amministratore di sostegno (con provvedimento del tribunale) per le sue manchevolezze e obbligato a restituire le somme.

Venne quindi disposta l’autopsia che accertò però come l’anziana signora fosse morta per cause naturali, escludendo qualsiasi responsabilità da parte dei parenti.

Ad ogni modo, scattarono i primi accertamenti contabili e alcuni mesi dopo il nipote sporse un’altra denuncia. A seguito di una consulenza tecnica disposta dalla Procura, sarebbero così emersi gli ammanchi sospetti sul conto della donna.



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