Processo ai poliziotti della stradale. Cade l’accusa di concussione, sconti di pena in Appello

Secondo la Procura, gli agenti avrebbero omesso di controllare i veicoli di alcune imprese locali, per ottenere in cambio denaro o altri benefici.

Cade l’accusa di concussione per tredici agenti della polizia stradale accusati di avere “chiuso un occhio” nei confronti degli autotrasportatori, ricevendo in cambio denaro e regali da numerosi imprenditori.

I giudici della Corte di Appello (Presidente Vincenzo Scardia) hanno riqualificato il reato in indebita induzione a dare o promettere utilità e ridotto la pena a: 4 anni e 15 giorni per Cosimo Maurizio Rampino, 59enne di Trepuzzi (8 anni e 1 mese); 3 anni e 11 mesi per Giuseppe Amenini, 59 anni di Maglie (7 anni e 10 mesi); 3 anni e 10 mesi a Leonardo Delle Donne, 53 anni di Martignano (7 anni e 10 mesi); 3 anni e 8 mesi a Fabio Cazzato, 53enne di Lecce (7 anni e 6 mesi); 3 anni e 7 mesi ad Ugo Rizzello, 59 anni di Seclì (7 anni e 4 mesi); 3 anni e 8 mesi per Temistocle Parlangeli, 52 anni di Guagnano (7 anni e 4 mesi); 3 anni e 6 mesi a Cosimo De Giuseppe, 73 anni di Lecce (7 anni); 3 anni e 5 mesi per Salvatore Lanza, 58 anni di Lecce (7 anni) e 3 anni e 6 mesi ad Anna Maria Petrelli, 49enne di Vernole (7 anni); 3 anni e 4 mesi per Giuseppe Piccinno, 64 anni di Aradeo (6 anni e 8 mesi)  e Angelo Rapanà, 49 anni di Campi Salentina (6 anni e 8 mesi); 3 anni e 3 mesi a Paolo Maria Centonze, 60enne di Cavallino e 3 anni e 3 mesi a Roberto Tarantino, 67enne di Copertino ( 6 anni e 6 mesi).

È stato, inoltre, confermato il risarcimento del danno in favore di alcune parti civili (da liquidare in separata sede), tra cui il Ministero dell’Interno.

In una precedente udienza, il sostituto procuratore generale Giovanni Gagliotta ha invocato la conferma della condanna di primo grado per molti imputati.

In primo grado, il collegio della prima sezione penale (Presidente Gabriele Perna, a latere Sergio Tosi e Francesca Mariano), come detto, aveva condannato gli imputati a pene più alte per il reato di concussione.

Altri dieci imputati, in precedenza, hanno chiuso i conti con la giustizia, patteggiando la pena concordata con il pubblico ministero Guglielmo Cataldi.

L’inchiesta

Secondo la Procura, gli agenti avrebbero omesso di controllare i veicoli di alcune imprese locali, per ottenere in cambio denaro o altri benefici. In che modo? Attraverso i “giri”, ossia le visite che venivano fatti in gruppi di due o tre, presso le aziende per ricevere i “regali”. Non solo soldi, ma anche generi alimentari o buoni benzina.

C’era anche la modalità di guadagno degli “articoli”. In questo caso, i poliziotti agivano individualmente, avanzando le stesse richieste ai danni di autotrasportatori, all’oscuro di tutto, che venivano fermati occasionalmente sulle strade. Tale condotta sarebbe andata avanti per circa 20 anni, scoperta grazie all’intervento di un agente che era entrato in possesso di un foglio dove erano elencate le ditte.

Nel maggio del 2009, la Procura dispose anche l’arresto di ben sedici poliziotti della “stradale”.

Il collegio difensivo

Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, Francesca Conte, Luigi Rella, Michele Palazzo, Giuseppe Bonsegna, Laura Minosi, Luigi Corvaglia, Giancarlo Dei Lazzaretti, Pantaleo Cannoletta, Michelangelo Gorgoni, Antonio Romano, Francesco Tobia Caputo, Luigi Greco, Antonio Savoia, Antonio Bolognese, Donato Mellone, Donata Perrone.



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