
Si conclude con una sentenza di condanna per entrambi gli imputati, il processo di Appello sullo scandalo dei Boc, per il quale il Comune di Lecce si è costituito parte civile.
La Corte presieduta da Vincenzo Scardia, relatore Nicola Lariccia e a latere Patrizia Ingrascì, nel primo pomeriggio di oggi, ha ritenuto colpevoli di peculato (l'accusa di abuso di ufficio era caduta, poiché assorbita da questa ipotesi di reato, mentre quella di falso era stata prescritta) così come richiesto dal procuratore generale Claudio Oliva: l'ex dirigente del settore economico e finanziario, Giuseppe Naccarelli, condannato a quattro anni e sei mesi, e l’allora assessore al bilancio del Comune di Lecce, Ennio De Leo per il quale è arrivata una condanna di quattro anni e tre mesi.
Quest'oggi, invece, ci sono state le arringhe difensive degli avvocati della difesa: Massimo Manfreda, Stefano De Francesco, Giorgio Memmo e Pietro Quinto. Il Comune di Lecce, costituitosi parte civile, è difeso dall'avvocato Amilcare Tana.
Il processo ha preso avvio dal rinvio a giudizio di Naccarelli e De Leo per presunti illeciti relativi all’erogazione di incentivi, nell’ambito della sottoscrizione dei BOC (Buoni obbligazionari comunali); questi, furono aggiudicati da parte del Comune di Lecce nel 2005, dal gruppo Deutsche Bank per 105 milioni di euro. Nel corso dell’inchiesta condotta e coordinata dall’allora sostituto procuratore Giovanni De Palma, erano emerse delle prove di versamenti per un cifra di 684.400 euro, che il Comune, "senza regolamentare impegno di spesa e privo di copertura finanziaria, avrebbe erogato agli imputati con il fine di ridurre il tasso di interesse sui prestiti per 85 milioni di euro di Palazzo Carafa con la Cassa depositi, attraverso i Boc".
Secondo quanto sostenuto dall'accusa, De Leo allora assessore al bilancio, avrebbe prima proposto al Comune di Lecce e successivamente approvato, il regolamento comunale per la ripartizione degli incentivi per la progettazione di interventi di finanza innovativa; con questo atto, avrebbe "indotto in errore gli altri componenti della giunta, in ordine alla legittimità del regolamento amministrativo, privo della benché minima giustificazione normativa". Naccarelli, invece, in qualità di dirigente del settore economico e finanziario del Comune di Lecce avrebbe disposto con una determinazione del 9 dicembre 2005, la liquidazione degli incentivi,"attestando falsamente la regolarità contabile e la copertura finanziaria della spesa".
La sentenza di primo grado dei giudici dalla prima sezione del Tribunale di Lecce, presieduta da Stefano Sernia, decretò la condanna a cinque anni e mezzo di reclusione per Giuseppe Naccarelli che rispondeva, secondo l'accusa rappresentata dal Pm Francesca Miglietta, di abuso d’ufficio e falso (per lui era stato chiesto un anno e mezzo); 4 anni e mezzo all’ex assessore Ennio De Leo, con l'accusa di abuso d’ufficio, (per il quale la richiesta di condanna del pm era stata di un anno). Per entrambi gli imputati, infatti,il collegio della prima sezione ha aggiunto l’accusa di concorso in peculato. Tutti e due gli imputati erano stati condannati, inoltre, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento di un milione di risarcimento danni nei confronti del Comune di Lecce.