A Gallipoli, la ciambella politica del sindaco esce senza buco. E’ crisi a Palazzo di CittÃ

Il varo della Giunta-bis del primo cittadino della Perla dello Jonio crea scontento e malumore. Con l’ingresso nell’esecutivo di Quintana e Cataldi, Errico conquista il sì di Toti Di Mattina ma perde il Partito Democratico. Adesso si passa alla conta.

La manovra politica di Errico sembrava a tutti gli effetti vincente. Il sindaco di Gallipoli, dopo aver perso Padovano e Caiffa ed essere stato costretto a dimettersi per varare un rimpasto, aveva pensato bene di allargare la sua maggioranza e spaccare il fronte avverso. E di chi si era andato a prendere l’appoggio? Nientepopodimenochè di Salvatore Di mattina, per gli amici Toti, esponente  di spicco del centrodestra fittiano e soprattutto suo competitor nelle ultime amministrative che avevano visto proprio Errico vincere e l’imprenditore turistico soccombere ed essere costretto a sedere in Consiglio Comunale tra i banchi dell’opposizione.

La chiamata di Di Mattina in maggioranza aveva fatto storcere il muso a Vincenzo Barba, leader del centrodestra gallipolino, che si era visto sottrarre un suo esponente e che in più di una occasione aveva tuonato contro tale ‘inciucio’ che aveva portato i due oppositori ad unirsi insieme nell’ambito e nell’ottica di una Grosse Koalition per il famoso, famosissimo, bene comune.

Quando la manovra stava per andare in porto ecco che a sfilarsi, inaspettatamente, dalla maggioranza che sostiene Errico è proprio il Partito Democratico che insieme ai centristi rappresentava l’asse uscito vittorioso dalle amministrative di città. Il vice sindaco Antonella Greco ha sbattuto la porta e se ne è andata e i consiglieri comunali, in una nota, hanno dichiarato di non riconoscersi nel programma di governo di un esecutivo che avrebbe spostato troppo a destra l’asse politco.

Dal canto suo Vincenzo Barba ha immediatamente colto al volo l’occasione per fare presente che l’appoggio di Di Mattina ad Errico nulla ha a che vedere con il partito fittiano poiché lui che è il rappresentante di città del movimento che fa riferimento all’ex ministro magliese, non solo non ha mai dato l’assenso a tale accordo ma non lo avrebbe comunque mai dato, in nessun frangente ed in nessuna situazione, ritenendo il suo partito agli antipodi della maggioranza che è chiamata a sostenere l’attuale sindaco.

Ora il primo cittadino di Gallipoli si trova così in una terra di mezzo nella quale rischia molto. La nomina di Sandro Quintana al Turismo e della giovane Meri Cataldi di Sannicola ai Lavori Pubblici non accontenta tutti i suoi sostenitori, anzi crea più di un malumore.

Difficile banco di prova per Errico che, nel pieno della stagione turistica di cui Gallipoli è regina tra luci e ombre, si trova a fronteggiare una crisi di governo che sfugge ai partiti tradizionali e che rischia di diventare o un laboratorio nuovo sul quale costruire future collaborazioni o una ciambella uscita male, senza il proverbiale buco e che come tale deve tornare indietro perché non può essere data in pasto agli elettori.



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