“Mafiosa!”. Offende Catena Fiorello, la scrittrice indignata: “Cara leccese, ci vediamo in Tribunale”

Una ‘signora’ leccese ha dato della mafiosa a Catena Fiorello, la scrittrice che nel Salento ha trovato casa: “non mi fa ridere”

“Italiani, pizza, mafia e mandolino”. Abbiamo dovuto lottare tanto per toglierci quel marchio che gli stranieri avevano attribuito a chiunque fosse nato nel Belpaese. È stato anche grazie al sacrificio di uomini e donne come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato che hanno pagato la lotta alla criminalità organizzata con la propria vita che non si scherza più.

“Parlatene” diceva il giudice morto nella strage di Capaci, perché “il silenzio uccide” come ci ha insegnato il giornalista, noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra. Per questo non è più tollerabile che “mafiosi” venga utilizzato come insulto da far passare come un’offesa qualsiasi. Ne sa qualcosa Catena Fiorello, finita nelle scorse ore nel mirino di una hater, probabilmente di Lecce.

È stata la scrittrice che ha trovato casa nel Salento a raccontare l’accaduto in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook personale. La “signora” in questione avrebbe accusato Catena di essere una scroccona, solita ad ‘elemosinare pizze gratis’. Non è stato questo ad indignarla, quanto appunto la parola mafiosa.

“Ha detto una cosa terribile – ha raccontato ai fan – È come se avesse preso una mazza e mi avesse colpito più volte il cevello. Mi ha scioccata, talmente scioccata che è diventata una questione di vita non solo portarti in Tribunale, ma provare quanto possa essere grave questa affermazione. Non mi fa ridere”. Impossibile non pensarci, farsi scivolare addosso l’offesa perché non si può buttarsi tutto alle spalle, autorizzando tacitamente altri comportamenti simili.

Non è la prima volta che la scrittrice finisce nel mirino degli odiatori seriale. Nel video ha spiegato che era accaduto anche dopo la pubblicazione del libro “L’amore a due passi“.

“È capitato spesso che io sia stata attaccata a Lecce, una città verso cui nutro un profondo rispetto – ha concluso – forse è un amore non ricambiato”.



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