Pregano in chiesa, vengono multati, ma poi arrivano le scuse. Tragicomiche da coronavirus a Lecce

Due fedeli che si erano recati in chiesa per un momento di preghiera si erano visti multare pesantamente: 280euro a testa. In mattinata il dietrofront dei Vigili Urbani di Lecce

Attendono all’esterno della chiesa e multano due fedeli che erano entrati a pregare, poi questa mattina i vigili urbani ci ripensano e annullano i verbali.

È accaduto a Lecce, sembra uno scherzo di carnevale, ma è la realtà nei giorni di Pasqua. Ieri pomeriggio in una parrocchia di periferia, in un rione molto popoloso del capoluogo, due persone, dopo aver chiuso l’attività lavorativa (tra quelle alle quali il DPCM ha garantito l’apertura) prima di rientrare nella loro abitazione decidono di fermarsi nella chiesa distante pochi metri, solo per una preghiera.

All’uscita, però, ecco la sorpresa: la polizia municipale pronta a sanzionarli. Sul momento a nulla sembrano valere i tentativi dei cittadini e dello stesso parroco di spiegare che trattandosi di poche persone a distanza di sicurezza non c’è stata alcuna violazione delle norme emeanate per evitare il rischio di contagio da coronavirus. I parrocchiani spiegano di essere entrati per una veloce preghiera, perfettamente consapevoli che bisogna evitare assembramenti (e infatti il decreto governativo non impedisce la preghiera in sicurezza nelle chiese), ma gli arriva un pesantissimo verbale di 280 euro a testa.

Una bella sorpresa per la Settimama Santa… che ai parrocchiani è sembrata una persecuzione in tempi già difficili per tutti. La notizia in poche ore, anche nottetempo, si è diffusa negli ambienti parrocchiali e diocesani, provocando lo sdegno di molti, anche perché le norme non vietano affatto l’ingresso in chiesa, purché si evitino assembramenti e si stia a distanza di sicurezza.

Ed è così infatti che in mattinata è arrivato di buon ora il dietrofront. Una lettura più attenta e consapevole delle norme ha prodotto una sorta di ravvedimento e gli agenti municipali hanno comunicato l’annullamento del provvedimento ai diretti interessati.

A tal proposito riportiamo il testo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri:
“Ci si può spostare per andare in chiesa o negli altri luoghi di culto?”
‘L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione’.

È doveroso aggiungere, però, che con tutta probabilità gli agenti della Municipale non erano spinti da intenti persecutori ma solo dal loro dovere, e che siano stati costretti ad intervenire a seguito di una segnalazione. Qualcuno avrà visto, magari dal balcone di casa, il portone della chiesa aperto e inconsapevole di ciò che è lecito e di ciò che non lo è abbia richiesto l’intervento dei vigili urbani allo scopo di punire i concittadini colpevoli di essere cattolici ‘incalliti ed impenitenti’, per così dire.

Di certo una maggiore chiarezza delle norme diffuse a pioggia e con troppa foga in questi giorni avrebbe garantito un più efficace controllo del territorio e non avrebbe indotto in errore gli stessi tutori della legge.



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