«Quello che ha dovuto subire oggi mio padre, alla sua età avanzata, non lo auguro a nessuno. Ore ed ore ad aspettare fuori dall’ospedale di Tricase, insieme a decine di persone, senza alcun distanziamento. E pensare che eravamo andati lì per fare un tampone…»
È molto arrabbiato un cittadino del Capo di Leuca che scrive a Leccenews24, corredando la sua e-mail con un ampio repertorio fotografico. Le immagini parlano chiaro ma le parole hanno ancora più forza.
La fine dell’emergenza sanitaria sta riportando gli ospedali alla loro vita normale dopo che per mesi erano state congelate tutte le attività che non avessero attinenza diretta con il coronavirus. Riprendono le visite e gli interventi, ma ovviamente in sicurezza. Ovvero chi deve effettuare una visita specialistica o sta per prepararsi ad un intervento medico deve fare il tampone per essere certo di non essere positivo al covid-19, con il rischio di trasformare la struttura in un pericoloso focolaio.
Ma le procedure per fare il tampone non sempre vengono poste in essere con ordine e criterio.
«Ditemi voi se questa è organizzazione: oggi i pazienti arrivavano e prendevano un numero e poi si mettevano in coda, in attesa di essere chiamati per il check up. Fatto il check up, dovevano uscire di nuovo e aspettare per essere richiamati dopo ore per il tampone quando sarebbe stato più semplice arrivare, prendere il numero, fare il check up e subito dopo il tampone. Che senso aveva entrare e uscire dalla struttura? Oggi c’era il sole ma se si fosse messo a piovere? Per non dire che fuori c’erano anche persone con disabilità. Diciamo così: oggi l’abbiamo passata noi questa cosa, ma nei prossimi giorni si può evitare questa cosa con una organizzazione migliore?»
Il tutto senza il giusto distanziamento che sarebbe stato necessario per evitare pericolosi assembramenti. La speranza allora è che si sia trattata solo di una prova generale e che già da domani si possa passare ad una migliore pianificazione delle procedure.