Con tutti gli indici epidemiologici in discesa in tutta Europa immaginare di mettersi alle spalle la pandemia non è un sogno ad occhi aperti, ma la cruda, bella e attesa realtà che tutti non vediamo l’ora di vivere. Il 31 marzo è fissato il termine ultimo per superare definitivamente lo stato di emergenza che, salvo sorprese improbabili, non sarà prolungato. Già questo può voler dire che tutte le misure adottate per contenere il contagio e difendersi dal Coronavirus potranno essere finalmente superate. Anzi, preferiamo dire che dovranno essere superate.
Tra i primi punti da affrontare ci sarà quello del ruolo e la funzione da riassegnare, o da non assegnare, al Comitato Tecnico Scientifico, la struttura composta da medici, statistici e ingegneri che ha supportato il Governo nelle sue decisioni in questi due anni di pandemia. Ruolo chiave e prezioso indipendentemente dal giudizio di ciascuno di noi, abituati a fare gli ‘scienziati’ dalla comoda postazione del divano di casa. Arrivati però a fine emergenza il CTS ha esaurito il suo compito specifico.
Il Covid (o la covid, come si dovrebbe dire) fa meno paura dopo la somministrazione dei vaccini all’85% della popolazione e dopo la diffusione incontrollata della cosiddetta quarta ondata che, grazie alla incredibile trasmissibilità della mutazione B 1.1.529, comunemente detta omicron, è riuscita ad attivare il meccanismo di mitigazione dell’infezione da SARS Cov2, inaugurando la fase finale della pandemia che sta diventando (speriamo) endemia.
A questo punto, se usciremo dall’emergenza, sarebbe anacronistico avere un Commissario all’emergenza, ruolo che va rivisto completamente.
Si tratta però di temi squisitamente politici che sono al vaglio del Governo e che, immaginiamo, potranno tradursi in scelte ponderate e mai frettolose.
