Non ci sono guerre lontane, guerre così distanti da sfuggire agli occhi e alla coscienza. La potenza dei media e soprattutto dei social rende ogni cosa tremendamente vicina. Il dolore e la sofferenza dei più deboli, spesso indifesi dinanzi alla forza e alla tracotanza dei potenti dai grandi eserciti, diventano vissuto di tutti.
L’attacco che i Curdi stanno subendo ad opera della Turchia nel silenzio della comunità internazionale indigna profondamente. Anche nel Salento tante sono le associazioni che stanno prendendo posizione in maniera forte con post perentori sulle loro pagine Facebook.
Ha voluto dire la sua, in modo inequivocabile, anche l’Ordine dei Medici della provincia di Lecce ricordando che l’art 3 del codice deontologico impone al Medico come dovere ineludibile “la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo della sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso. di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera”.
Per questo l’OMCeO ha invitato tutti a sostenere, anche economicamente, l’azione dell’ONG italiana “Un ponte per…”, impegnata da molti anni su quel terreno e oggi pronta ad una sfida di ricostruzione delle strutture sanitarie di primo soccorso distrutte nei territori interessati dal conflitto.
«Utilizzeremo tutti i mezzi per testimoniare la vicinanza ad un popolo che, nel rischio di un genocidio, lotta per la vita, affermando i diritti di tutti» scrive in un comunicato il Presidente Donato De Giorgi. «È stato messo in atto dall’esercito turco un attacco perpetrato contro civili, appartenenti ad un popolo già duramente provato da una guerra senza fine, attacco che è già costato molte vite umane e devastazioni del territorio. Tale attacco oltre a determinare vittime tra le persone più fragili si è caratterizzato per la distruzione premeditata e selettiva di alcune già precarie strutture sanitarie esistenti ed in particolare i “Punti mobili di prima stabilizzazione del trauma” (il nostro 118) gestito da una ONG italiana “Un ponte per…”, annientando le strutture, le ambulanze e colpendo gli operatori sanitari. Ciò è grave, inaccettabile e inaudito».
Anche l’Università del Salento grida il suo forte no alla guerra e al massacro della popolazione curda. Nella giornata di ieri il rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara, ha partecipato nell’ ambito della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, il Crui, all’approvazione all’unanimità della mozione inerente la nuova crisi umanitaria in Siria e nei paesi limitrofi.
La mozione ribadisce l’importanza della pace quale valore e fondamento supremo della coesistenza umana; chiede che i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite siano rispettati; invoca una risoluzione pacifica delle dispute e dei conflitti internazionali attraverso l’uso della diplomazia e del dialogo pacifico; reclama il pieno ed assoluto rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel territorio del Nord-est della Siria; chiede lo stop immediato delle operazioni militari nel territorio del Nord-est della Siria.
