Al via il progetto Mysea, a Torre Chianca liberata Caretta Caretta con trasmettitore satellitare

Il trasmettitore finalizzato restituire la rotta degli spostamenti per mappare le aree idonee alla presenza della specie e altri parametri meteo.

Nella mattinata di oggi è stata liberata a Torre Chianca, nell’ambito del progetto “Mysea”, una tartaruga caretta caretta spiaggiata negli scorsi mesi sul litorale e curata dal Centro recupero tartarughe marine di Torre Guaceto.

La tartaruga, così come altri quindici esemplari liberati in questi giorni sulle coste pugliesi, è dotata di un trasmettitore satellitare finalizzato restituire la rotta degli spostamenti per mappare le aree idonee alla presenza della specie e altri parametri meteo (ad esempio la temperatura delle acque) utili a monitorare, tramite analisi dei dati, l’impatto dei cambiamenti climatici sugli habitat e le abitudini delle tartarughe marine.

Il Progetto Mysea è realizzato in partnership tra i Comuni di Manfredonia, Zapponeta, Molfetta, Lecce quale ente Gestione del Parco naturale regionale Bosco e paludi di Rauccio, dal Consorzio di gestione della AMP di Torre Guaceto (Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta), Parco regionale dune costiere e il Comune di Calimera, entro i cui territori o ambiti di competenza gestionale operano Centri di Recupero e soccorso di Tartarughe Marine

Il progetto punta a coordinare a livello regionale le attività inerenti il soccorso e la tutela delle tartarughe marine, a creare una Rete di Centri di Recupero delle Tartarughe Marine della Puglia secondo il Piano d’Azione per la conservazione delle Tartarughe Marine (PATMA).

Le azioni previste sono il potenziamento della rete dei centri pugliesi per incrementare gli strumenti di tutela della caretta caretta e migliorare l’efficacia dell’azione di recupero anche con una ottimizzazione delle risorse utilizzate (ristrutturazione dei centri esistenti, forniture di attrezzature e mezzi); la creazione di un Osservatorio permanente per la conservazione della specie, che si avvalga di un  geodatabase accessibile a istituzioni, ricercatori, mondo della scuola e cittadini per la raccolta, la gestione informatica e la diffusione dei dati bibliografici e di rilevamento sul campo relativi al ciclo di vita della specie: nidificazione, aree di crescita e di alimentazione, spiaggiamenti di esemplari vivi e morti, interazioni con attività umane (pesca, turismo, navigazione).

Cinque i Centri di recupero tartarughe che sono coinvolti nel progetto e che costituiranno la Rete di Centri di Recupero delle Tartarughe Marine della Puglia: Manfredonia, sito presso l’Oasi Lago Salso, gestito da Legambiente onlus, Molfetta, operativo nei territori delle province di Barletta-Andria-Trani (Compamare Barletta), Bari (Direzione Marittima Bari), Brindisi (Compamare Brindisi); Torre Guaceto, sito nel comune di Carovigno ed operativo nelle province di Taranto (Compamare Taranto) e Brindisi (Compamare Brindisi); Boschi e Paludi di Rauccio, operativo nella provincia di Lecce (Compamare Gallipoli) e il CRTM – Museo di Calimera (LE)- (Compamare Gallipoli).

L’amministrazione comunale di Lecce ha in programma la realizzazione e apertura di un nuovo Centro di recupero e soccorso tartarughe presso l’Idrovora di Frigole.



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