La polemica che non ti aspetti scoppia all’inizio dell’estate proprio nella Asl di Lecce e serve non soltanto a riportare un po’ di verità, ma anche a capire i rapporti che intercorrono tra colleghi negli ospedali salentini. Forse sarebbe il caso che chi dirige l’Azienda ne prendesse atto, perché è del tutto evidente che un clima sereno rende migliori le prestazioni professionali e l’erogazione dei servizi in un comparto delicato, delicatissimo quale quello della salute pubblica.
Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa, ricevendo un comunicato stampa ufficiale dall’Asl leccese, informavamo i nostri utenti circa il miglioramento dei servizi nell’Ospedale di Gallipoli in cui partiva a serene spiegate il progetto di Dialisi turistica che avrebbe ‘finalmente’ consentito a tanti non residenti, in vacanza in riva allo Jonio, di non trascurare il proprio iter sanitario.
Aggiungevamo anche, come da nota proveniente da Via Miglietta, che l’arrivo in organico di un terzo medico, il dr. Alessandro D’Amelio, avrebbe consentito al responsabile dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi di rimettere sul binario giusto sia i servizi offerti all’utenza, sia l’organizzazione complessiva del reparto.
Non l’avessimo mai fatto. Probabilmente avremmo dovuto chiamare in Ospedale e chiedere se era tutto vero ciò che veniva dichiarato nella nota o probabilmente non eravamo a conoscenza che stavamo non per dare una notizia, ma per mettere i piedi in un sentiero minato.
Oggi, infatti, con tutto il doveroso diritto di replica, pubblichiamo invece un altro comunicato che ci giunge proprio da Gallipoli, a firma dei dottori Aldo Paolillo, Vittorio Strazzeri, Oronzo Lazzari e Sebastiano Cannata.
‘Allo scopo di ristabilire la verità dei fatti in merito alla notizia dell’apertura del servizio di Dialisi Turistica e di altre “straordinarie” implementazioni dell’attività nefro-dialitica presso l’Ospedale di Gallipoli, pubblicata con ampio risalto sul vostro portale – scrivono i camici bianchi – riteniamo opportuno far presente quanto segue. In primo luogo, prima di affermare cose improprie – è un eufemismo – necessiterebbe che chi di dovere, con coraggio e al tempo stesso umiltà, rivolgesse uno sguardo al passato, dal momento che la Dialisi di Gallipoli ha alle spalle almeno 30 anni di attività, che certamente non sono trascorsi invano e nell’inerzia’.
‘A leggere quanto riportato nell’articolo – continua – non si può non evidenziare una disinformante mistificazione della realtà. Infatti, si evince chiaramente che, negli anni passati, il reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Gallipoli sarebbe stato solo e soltanto un “deserto” di operatività e che solo oggi, con l’arrivo di un messianico” responsabile, si starebbe realizzando un novello “rinascimento” di attività. Premettiamo doverosamente che nessun risentimento o rivalsa ci spinge a queste puntualizzazioni, ma solo e soltanto la necessità di ripristinare la verità dei fatti’.
Insomma, si lamentano i quattro: di quale straordinarietà si parla a proposito di ‘Dialisi turistica’ se questo servizio loro lo portano avanti fin dal 2007? E giù una serie di attività poste in essere contro tutto e contro tutti per rendere quel reparto un fiore all’occhiello della sanità salentina.
‘In conclusione, siamo ben lieti che il Dr. Alessandro D’Amelio, sia pure in parte, stia continuando un’attività iniziata e “normalmente” portata avanti con sacrificio negli anni passati, ma possiamo ben affermare, e con cognizione di causa, che tale attività è ancora molto parziale rispetto al passato, né costituisce affatto una primogenitura dell’attuale dirigenza. Ci auguriamo, quindi, che lo stesso Dr. D’Amelio riesca nell’intento di ripristinare in toto la precedente attività, descritta nella presente nota, e possibilmente implementarla in linea con gli attuali progressi scientifici, proseguendo sulla strada tracciata da chi modestamente lo ha preceduto e facendo leva sui suoi attuali collaboratori’.
