Caro Facci…un conto è “offendere” la Lezzi, ben altro insultare i salentini

Non è corretto utilizzare i difetti dei salentini per attaccare la ministra per il Sud Barbara Lezzi. Lo ha fatto, invece, Filippo Facci, giornalista noto per i suoi pungenti ritratti.

Il giornalista Filippo Facci è bravo. Non ci sono dubbi. Usa bene la penna soprattutto quando mette la lingua a festa. I suoi ritratti sono taglienti, pungenti e si leggono tutti d’un fiato, ma accusare e criticare la Ministra per il Sud Barbara Lezzi, a torto o a ragione ciascuno la pensi come vuole, facendo ricadere su di lei i presunti vizi e difetti dei salentini è un po’ come accarezzare lo stereotipo stupido che gli stranieri hanno dell’Italia, quando parlando di noi con un semplice “Pizza, mafia e mandolino”.

La ministra grillina non ha certo bisogno di essere difesa da noi, anche perché sulla vicenda Tap pensiamo che Lei come Alessandro Di Battista e tanti altri esponenti del Movimento Cinque Stelle siano stati troppo superficiale solleticando aspettative che sapevano bene di non rispettare una volta giunti al governo. Come siamo d’accordo che abbia gestito male la questione del gasdotto che gli è scoppiata in mano come una bomba ad orologeria.

Ma da qui, offendere Barbara Lezzi che in quanto salentina sarebbe la summa di tutti i nostri difetti – che secondo Facci sono infiniti – è sbagliato, anzi scorretto.

«E quindi, i leccesi, un po’ chiusi, meno terroni nel senso di meno accoglienti e festaioli, particolarmente convinti di esistere, sono convinti che il Salento sia famoso nel mondo e diventano belve se menzioni per esempio un Flavio Briatore, che cercò d’ investire dalle parti di Otranto e, stoppato, si mise a spiegare ai salentini come funziona il turismo vero (che è trainante, crea lavoro e fa guadagnare soldi) e come invece funziona di meno l’attuale turismo provinciale alla salentina, che, eccezioni a parte, è fatto di presepi di masserie, spiagge bellissime ma attrezzate illegalmente e formicolanti di subumani, oltre a ristorantini di serie C con una debolezza per la scortesia e i pagamenti in nero», si legge su Libero Quotidiano.

Se milioni di turisti hanno scoperto, scelto e riscelto il Tacco dello Stivale evidentemente tutta l’approssimazione di cui parla non c’è. È una sua esclusiva invenzione. Evidentemente piacciono i luoghi, le strutture ricettive e i ristoranti, i lidi attrezzati e la gente che più che per la spocchia è conosciuta per la notoria accoglienza.

Certo, i salentini amano il Salento, ma da quando in qua amare il proprio territorio e non denigrarlo è una colpa? Dove ha letto Facci che non esistono istituti alberghieri che non formano personale adeguato sul nostro territorio? Sicuramente non conosce l’offerta formativa di molti professionali che, invece, educano al lavoro moltissimi giovani per i quali è più facile fare fortuna altrove piuttosto che a casa.

Se la proposta di Briatore non ha attecchito non è tanto per le proteste di qualche attivista fuori luogo, ma perché inchieste alla mano, ci sarebbe stata più di qualche violazione. Vedremo come andrà a finire, ma una cosa è certa: il rispetto delle regole vale per tutti, per gli imprenditori turistici salentini e per quelli che vogliono fare business nel Salento.



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