«Ragazzi, non è una vacanza! È una emergenza», le scuole lanciano la sfida della formazione a distanza

Non si va a scuola, certo. Ma gli strumenti della moderna tecnologia consentono di imparare stando comodamente a casa attraverso la metodologia dell’apprendimento a distanza e delle classi virtuali

«La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo».

Così scriveva Albert Einstein nel 1955 rivolgendosi ai suoi contemporanei che uscivano da una crisi mondiale e che da lì a poco si sarebbero ripresi dando vita ad un boom che non era solo voglia di una vita più ricca ma anche e soprattutto di un mondo migliore.

Ecco, i giorni difficili che si stanno vivendo dinanzi alle incertezze in cui il coronavirus ha messo in crisi intere collettività possono trasformarsi in tempi di cambiamento per essere più forti quando tutto sarà alle spalle. La scuola, che più di tutte le istituzioni ha il polso di quello che vivono i nostri giovani, si mette al passo con i tempi e prova a trasformare le preoccupazioni in momenti di crescita e di mutamento.

«Non è una vacanza, ragazzi! È una emergenza dalla quale ne usciremo insieme, pertanto anche in questi giorni di sospensione delle attività didattiche non perdete l’occasione per imparare. Noi vi siamo accanto mettendo a disposizione gli strumenti dell’e-learning e della formazione a distanza!», così tanti dirigenti si sono rivolti agli studenti di ogni ordine e grado e alle loro famiglie.

Non si va a scuola, certo. Ma gli strumenti della moderna tecnologia consentono di imparare stando comodamente a casa attraverso la metodologia dell’apprendimento a distanza e delle classi virtuali. E il discorso vale non solo per i ragazzi più grandi ma anche per i piccoli studenti della scuola primaria e dell’infanzia. Si possono utilizzare la bacheca e il registro elettronico, provando sempre più a prendere confidenza con questi strumenti che per molti sembrano ancora futuristici e che dovranno diventare, invece, consuetudinari. Ovviamente anche per i genitori….

«Lo stesso strumento che avete imparato ad utilizzare per prendere visione dei voti e dei documenti di valutazione, in questa fase iniziale della sospensione delle attività – scrivono nelle note alcune avvedute dirigenti scolastiche –, può essere di migliore fruizione da parte di tutti. Pertanto i docenti della scuola, utilizzando le consuete operazioni di compilazione del Registro elettronico, caricheranno nell’area “documenti” della “bacheca”, cliccando la modalità di “visibilità per le famiglie”, tutti i files, le indicazioni didattiche, i links ai siti sicuri ed ogni materiale utile allo svolgimento da parte dei bambini di attività di consolidamento e potenziamento degli apprendimenti su contenuti e competenze che erano in corso di conseguimento nel periodo immediatamente precedente alla sospensione».

Insomma si fa di tutto per accelerare quelle azioni tese ad una capillare diffusione della cultura digitale e dell’informatizzazione che ancora zoppica e che proprio in questi giorni deve essere implementata e condivisa. La distanza fisica deve diventare nuova opportunità «di avvicinamento nella comunione di intenti, nella comunicazione costruttiva, nella continuità di esercizio della comunità educativa».

Anche i bambini della Primaria riceveranno i messaggi delle loro maestre, in segno di vicinanza e affetto. E ciò grazie anche alla diffusione capillare dei social e delle chat. Prezioso sarà il lavoro di raccordo dei rappresentanti di classe.

Chi ha ancora difficoltà a confrontarsi con questi strumenti o avesse smarrito le credenziali può farsi aiutare dal personale di segreteria delle scuole che è in servizio essendosi esperita la scelta della sospensione delle attività didattiche e non della chiusura degli edifici.



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