È terminata con una sentenza di assoluzione la camera di consiglio del Gup Antonia Martalò che ha respinto la richiesta di 2 anni di reclusione per l'ex rettore dell'Università del Salento, Domenico Laforgia formulata dal Pubblico Ministero Paola Guglielmi. L'ingegnere Laforgia, difeso dai legali Michele Laforgia e Viola Messa, che ne avevano chiesto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste", ha scelto di essere giudicato in abbreviato. Era accusato di abuso d’ufficio per due brevetti affidati ad una società della quale avrebbe fatto parte. Difatti alcuni esposti inviati in Procura per segnalare queste irregolarità, indussero il Pubblico Ministero ad aprire un'inchiesta.
Il processo ruota attorno a due autorizzazioni rilasciate alla società “Laforgia Bruni & partner” di cui l’ex rettore avrebbe fatto parte, fino a giugno di due anni fa con il 50 % delle quote. Secondo la tesi dell'accusa, Laforgia si sarebbe dovuto astenere, anche per rispetto del "codice etico" dell'Università, al momento del voto nel Cda dell’Ateneo, anzitutto perché era il rettore (egli emise i due decreti che avviarono l'iter dei brevetti) e faceva parte del Consiglio di Amministrazione che autorizzò la “Laforgia Bruni & partner” (a cui apparteneva anche il figlio Maurizio), al deposito internazionale della domanda di brevetto.
Nello specifico, le autorizzazioni riguardavano un primo progetto, "Cella di graetzel con sistema di ricambio continuo del colorante organico e dell’elettrolita” inventato dallo stesso Domenico Laforgia; per farlo brevettare, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione (Arti) emise un pagamento di 7 mila e 450 euro; per il secondo, dal titolo “Sensore ottico per il monitoraggio delle caratteristiche del combustibile e del lubrificante in motori a combustione interna”, l’Arti liquidò altri 5.400 euro alla “Laforgia, Bruni & partner”, nonostante fossero stati valutati come "carenti di innovazione" dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
L'ex rettore ha sempre ribadito di non essere più socio della società ormai da tempo e di non aver mai favorito nessuno a lui vicino. Infine, da quanto documentato dai suoi legali, dei due brevetti contestatigli, uno è stato effettivamente rilasciato e l'altro non è mai stato depositato e non ha pertanto ricevuto alcun finanziamento.