Museo Faggiano: la strabiliante scoperta che affascina l’immaginario americano

Il Museo Archeologico Faggiano di Lecce, uno scrigno sconosciuto che è riuscito però a conquistare il New York Times. Il giornale americano ha, infatti, dedicato uno spazio al signor Luciano e alla sua storia. Grande vetrina per il Salento.

Chi l’avrebbe mai detto che un ex cuoco salentino, appassionato di cucina e oggi gestore di un bar nelle vie del centro storico di Lecce, sarebbe balzato agli onori della cronaca americana? Sicuramente il sig. Luciano Faggiano, proprietario dell’omonimo museo nel cuore della città messapica, non se l’aspettava tanta curiosità e attenzione, tante telefonate e interviste. Una persona semplice e disponibile a raccontare e far visitare quella che doveva essere la sede di un pub e che oggi è un museo archeologico, una finestra sulla Lecce sotterranea.

E’ bastata una visita di un turista ‘speciale’ e della sua famiglia a dare tanta notorietà  al Museo Faggiano, un museo  che ancora non è conosciuto ai più in Italia e purtroppo neanche nella stessa città capoluogo del Salento. Tra i suoi visitatori si presenta con la sua famiglia il sig. Jim Yardley che apprezza ciò che vede e ci ritorna per fare un pezzo per il giornale per cui scrive. Il giornalista affida così alle pagine del New York Times  la storia di un museo nato per caso, di una casa acquistata e completamente ristrutturata per poter essere nuovamente modificata e riportata agli albori della sua bellezza storica e archeologica di oltre 2000 anni fa.

Scavando per puro caso, il signor Luciano Faggiano scopre un mondo: scopre tombe messapiche, incisioni, affreschi, simboli dei templari e una miriade di monili preziosi nascosti nella melma e terra. Presa la decisione di andare avanti con l’avventura ardua e dispendiosa che gli si prospettava dopo la strabiliante e inaspettata scoperta, Faggiano investe nuovamente nell’edificio acquistato e con sette anni di lavori effettuati secondo i dettami della Soprintendenza Archeologica, oggi è possibile visitare queste meraviglie regalateci dal tempo con la modica cifra di € 3,00.

Costituitasi in Associazione culturale “IDUME”, la famiglia Faggiano accoglie i visitatori e le scolaresche che vogliono vedere i reperti storici e con la passione che li accompagna oramai dal 2008 descrivono i due piani dell’edificio sempre con una certa nota di stupore nelle loro parole sia che si parli delle tombe e degli essiccatoi per i cadaveri che per il soffitto dalle seicento pignate girate al contrario in terracotta che adornano il soffitto del piano superiore.
E poi ancora per i più audaci e curiosi è possibile salire sul terrazzo e ammirare la torretta d’avvistamento che guarda verso Otranto e che al suo interno contiene l’incisione del terzo occhio isoterico dei templari. Ma ce n’è davvero tanta di cultura e storia: granai, gallerie di fuga, camminamenti sotterranei, tombe di bambini e tombe grandi, pali da fondamenta con intonaco di coccio pesto, lastre di maioliche, resti di affreschi, vasche di lavorazione, ossari. Nelle teche presenti sono visibili cocci definiti scarti e per questo lasciati alla fruizione del pubblico.  Scarti nel nome ma non in quello che rappresentano o che hanno rappresentato in un passato lontano.

Sono oltre cinquemila i reperti di notevole importanza, come vasi, monete, lanterne, lari, portati via dagli organi competenti, ma se di questo gioiello storico e archeologico ne è consapevole il mondo dell’arte sicuramente manca ancora la consapevolezza delle autorità locali e degli stessi cittadini e associazioni che finora ancora non hanno ancora visitato questo luogo affascinante che andrebbe valorizzato ulteriormente e promosso nella giusta maniera. L’arte, in tutte le sue forme, come la cultura, non è bene per pochi intenditori, ma va condivisa il più possibile attraverso la conoscenza e solo allora diviene volano di turismo e attrattiva di un luogo. 



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