Il “giardino” di Anna Durini, le favole e il loro mondo incantato

Un viaggio nel microcosmo di farfalle e api, formiche e grilli: gli insetti sono protagonisti di una narrazione fitta di emozionanti sfide, ma anche di riflessioni.

Le favole, grazie alla loro morale, hanno reso generazioni di lettori pronti alle sfide della vita, curiosi del mondo, in grado di schermirsi dai turbamenti ma anche di immedesimarsi nei ruoli e nelle situazioni più difficili, quasi che la “seconda pelle” dei personaggi fiabeschi potesse dare più sensibilità alla propria. La tradizione è ricca e di derivazione aristocratica: da Fedro a La Fontaine, da Esopo a Handersen, passando per Perrault e i Fratelli Grimm. E oggi?… Oggi il bisogno di favole, di narrazioni fantastiche è vivo e genera una ricerca pressoché costante di trasfigurazione – di eventi, di situazioni, di relazioni. Ne è la prova la passione per le fiction e per le serie tv, per i manga e perfino per gli amarcord degli anime anni settanta su Tik-Tok.  Si scrive ancora come un tempo, si cerca ancora uno spazio fra immaginazione e realtà? La risposta, resa magistralmente, con una scrittura fresca e coinvolgente a un tempo, viene da Anna Durini, autrice, fra le altre, della raccolta Favolette del Giardino fiorito.
C’è un giardino fiorito in ognuno di noi. E, fra luci calde di emozioni bambine e ombre tenui di sogni involati, fa sentire il profumo di ricordi… favolosi. Ancora in mente. Ancora qui.

«Le favolette del giardino fiorito» sono una boccata di aria fresca, appena salmastra, quale si respira nelle nostre pinete marine in un mattino d’estate. Un giardino brulicante di vita, di sensazioni da provare fino in fondo, di piccole, grandi conquiste e di immense, imperiture amicizie: quella fra l’Apina e la Cavolaia, impegnate nel loro… «volo di formazione» ne «Il posto delle fresie»; il legame indissolubile fra il Grillo viveur e i Compagni di bisboccia… E poi gli sguardi nuovi, brillanti, trasognati su petali di vita – delle libellule e delle falene, ma anche della Coccinella ne «L’orchestra fra i fiori», financo di una Rosa persa nel riflesso de «Il vaso di cristallo».

Una lettura per godersi quel «Sé fanciullo» caro a ogni Artista, tanto più prezioso e importante quando tutto paia volto a provare che si diventi grandi rinunciando al riso e controllando il pianto; figlio di una lacrima tradita o trascurata ma mai seccata: quella che ci può ancora donare occhi immensi aperti sul mondo.
E su di noi.



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