Sarebbe stato picchiato dal suo badante, il quale finisce sotto inchiesta. Il pubblico ministero Stefania Mininni ha iscritto nel registro degli indagati il 40enne bulgaro B.P.P. (queste le sue iniziali) per il reato di "maltrattamenti contro familiari o conviventi" ai danni di un anziano disabile, del quale in teoria si sarebbe dovuto prendere cura. Intanto giovedì prossimo, innanzi al giudice delle indagini preliminari, Vincenzo Brancato, si terrà l'incidente probatorio. Verrà conferito l'incarico ad un consulente della Procura per una perizia psicodiagnostica sull'uomo, oggetto di presunti maltrattamenti. Si dovrà dunque stabilire se il 79enne, affetto da un grave handicap (paresi spastica degli arti inferiori), possa essere ascoltato in qualità di testimone per far luce sulla triste vicenda.
Le indagini condotte dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce hanno preso il via dalla denuncia della sorella dell'anziano disabile. Lei ha raccontato agli inquirenti di essersi accorta anzitutto, a partire dal mese di dicembre di tre anni fa, delle condizioni igieniche precarie in cui viveva il fratello nell'appartamento leccese dopo l'affidamento al badante bulgaro. Il 40enne B.P.P. non cambiava la biancheria intima dell'uomo, lasciandolo con i pantaloni sporchi di materiale organico. In un'altra occasione, il 79enne sarebbe rimasto a digiuno o costretto a mangiare pane duro. Alcuni episodi si sarebbero verificati fuori dalle mura domestiche. Ad esempio, l'anziano disabile veniva lasciato in macchina, fuori da un supermercato sotto il sole cocente o fatto uscire nonostante la bronchite. A supporto della querela della sorella, vi sarebbero le dichiarazioni di alcune "persone informate dei fatti" e della stessa presunta vittima. L'uomo le avrebbe raccontato di essere stato più volte picchiato e maltrattato (una volta, lo avrebbe visto con gli incisivi rotti).
Gli episodi contestati all'indagato si sarebbero protratti fino all'aprile di quest'anno. La denunciante decise di interrompere il rapporto di collaborazione con il 40enne bulgaro, dopo il racconto di una vicina di casa del fratello, anch'ella badante. La donna riferiva che B.P.P. aveva avuto una colluttazione con suo marito, durante la quale estrasse un coltello per colpirlo. Inoltre, entrambi erano stati pesantemente minacciati dal "collega". Non soltanto loro, poiché anche la sorella dell'anziano disabile avrebbe ricevuto messaggi via WhatsApp dal bulgaro, del tipo: "se tu mi mandi via, pace non c'è per nessuno…ti faccio pagare l'aria che hai respirato" .
Una volta interrotto il rapporto con il badante, l'anziano disabile venne condotto presso un centro socio-assistenziale. A seguito del colloquio con uno psicologo, sarebbe emersa l'ipotesi delle percosse subite "da uno scemo che nella sua casetta gli dava i pugni", riferisce il medico.
L'indagato è assistito dagli avvocati Vincenzo Magi e Mario Fazzini.
