Il gup Cinzia Vergine ha rinviato a giudizio Nicola Dell’Angelo Custode, 64 anni di Nardò e Maria Antonietta Carriero, 50enne, di Arnesano. I due imputati dovranno presentarsi il prossimo 3 aprile innanzi ai giudici in composizione collegiale per l'inizio del processo. Dell’Angelo Custode è difeso dagli avvocati Luigi Corvaglia e Tommaso Valente; la Carriero dal legale Stefano De Francesco.
L'inchiesta coordinata dal pubblico Emilio Arnesano, prese il via da un esposto anonimo recapitato al Comando dell’Arma dei Carabinieri di Nardò, a seguito del quale i militari hanno posto in essere dei veri e propri servizi di osservazione, controllo e pedinamento, anche mediante l’ausilio di pubblici sistemi di videosorveglianza. Finché dalle immagini immortalate e registrate dalle telecamere non si sarebbe accertata, la fittizia presenza in servizio della Carriero, con il concorso morale e materiale di Dell’Angelo Custode. Quest'ultimo, mediante l’indebito utilizzo del badge elettronico della donna – nelle occasioni in cui lo stesso montava e smontava dal servizio – avrebbe attestato falsamente attestato la presenza dell'assistente, anche dichiarando il falso, come emergerebbe dalla documentazione cartacea acquisita.
L'obiettivo di tali condotte? L’indebita corresponsione delle spettanze salariali previste.
I due imputati rispondono dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. La sola Carriero deve anche difendersi dall'accusa di peculato. Diciassette gli episodi "incriminati" (in cui gli imputati avrebbero agito in concorso), tra ottobre e dicembre del 2015. La Procura contesta poi alla Carriero di avere falsamente attestato il completamento dell’orario di lavoro nei primi giorni di febbraio scorso. La stessa assistente è anche accusata di avere utilizzato l’autovettura di servizio per scopi privati, in tre occasioni, tra maggio e giugno sempre del 2016.
