‘Preso in giro dagli italiani in Germania’. La triste storia di Andrea che ora mette in guardia gli altri ‘non fidatevi’

​’Non fidatevi di chi vi promette un contratto di lavoro’. Andrea 36enne leccese racconta la sua storia a Leccenews24 per evitare che altre persone come lui restino deluse.

Ogni disoccupato che ha voglia di lavorare è disposto a tutto, anche a fare le mansioni più “umili” per coprire le necessità economiche e personali, ma avere l'acqua alla gola, non riuscire a pagare l’affitto, non credere più nel futuro non significa accettare di essere «sfruttati» solo per disperazione. È la storia di Andrea, 36 anni tra un mese, deluso talmente tanto dalle esperienze vissute che ora teme di non farcela. 
 
Come tanti giovani della sua età, stanco di cercare e non trovare un’occupazione in Salento, Andrea ha deciso di mettere un annuncio su internet, dove si dichiarava pronto a lavorare come pizzaiolo all’estero. E sono in tanti ad aver risposto all’appello, ristoratori italiani che avevano fatto fortuna in Germania lo avevano contattato promettendogli quello che aveva sempre desiderato. Peccato che nessuno abbia mantenuto gli impegni presi.
 
«Ho lavorato in tre ristoranti in tre diverse città tedesche –  a Bremen, a Stoccarda e a Monaco – ma il risultato è stato sempre lo stesso: dopo pochi mesi mi hanno dato il ben servito, senza nessuna spiegazione» ci racconta con un po’ di amarezza e indignazione.
 
Per Andrea quei lavori rappresentavano tutto: dopo aver perso il padre, due anni fa, l’anziana madre si è lasciata andare fino a quando, a causa di una malattia, ha perso un occhio: «sono andato fuori anche per lei – continua – mia sorella si arrangia come può, ogni tanto va a fare pulizie e io ho bisogno di lavorare perché ho paura che se dovessi perdere mia mamma finiremmo in mezzo ad una strada».
 
Per questo ha fatto le valigie e da Lecce dove vive con la sua famiglia ha raggiunto la Germania, sperando in una svolta che non è mai arrivata: «sono partito povero e sono tornato più povero di prima» racconta Andrea che a volte, ammette, pensa di arrendersi «quando mi mandavano via dicendo ‘Scusa, ma non possiamo tenerti’ non sapevo nemmeno come tornare a casa. Una volta ho dovuto fare una colletta per riuscire a pagarmi il biglietto. Rischiavo di rimanere in Germania come una barca in mezzo al mare senza remi».
 
Quando gli chiediamo come mai vuole raccontarci questa odissea ci sorprende la risposta: per gli altri. «Non sono stato il primo e non sarò l’ultimo, vorrei che altre persone disperate come me facessero più attenzione alle promesse di contratti che non arriveranno mai. Perché tendenzialmente tendiamo a fidarci degli italiani che prima di noi hanno lasciato la propria terra in cerca di fortuna».
 
Andrea ora cerca un lavoro, qualunque lavoro «Cerco disperatamente qualcuno che mi aiuti». Chiunque può tendergli una mano può contattare la nostra redazione. 



In questo articolo: