Mazzette in cambio di favori per le protesi? Funzionaria Asl e rappresentante a processo con rito abbreviato

È quanto stabilito dal giudice, dopo l’istanza presentata dalla difesa di Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama e Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto

La responsabile dell’ufficio assistenza protesi della Asl di Lecce, coinvolta nell’inchiesta “Buste Pulite” su presunte mazzette in cambio di favori, sarà giudicata con il rito abbreviato. È quanto stabilito in giornata dal gup Cinzia Vergine, dopo l’istanza presentata dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Sabrina Conte e Stefano De Francesco, per Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama.

Stesso discorso per Giuseppe Bruno, 57enne di Collemeto, difeso dagli avvocati Carlo Caracuta e Luigi Rella. Il gup ha inoltre accolto la richiesta della difesa di quest’ultimo di ascoltare l’imputato. Nella prossima udienza del 17 marzo, dunque, verrà sentito Giuseppe Bruno che potrà fornire la propria versione dei fatti. Anche Carmen Genovasi potrebbe chiedere in quella data di essere ascoltata, ma i suoi legali non hanno ancora sciolto la riserva.

La Asl di Lecce si è costituita parte civile con l’avvocato Massimo Manfreda.

La discussione è prevista, invece, per il 18 maggio, quando si terrà la requisitoria dei pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci.

I legali dei due imputati avevano chiesto il rito abbreviato dopo la notifica del decreto di giudizio immediato a firma del gip Giovanni Gallo per quattro persone.

L’imprenditore Pietro Bonetti, 71anni leccese, difeso dagli avvocati Amilcare Tana e Vincenzo Licci, e la rappresentante di protesi Monica Franchini, 49 anni, di Lecce, difesa dall’avvocato Luigi Covella hanno chiesto di patteggiare la pena, rispettivamente a 3 anni e 6 mesi ed a 2 anni (pena sospesa). Sarà il gup Simona Panzera, in data 10 marzo, a pronunciarsi sulla richiesta di patteggiamento, già concordata con la Procura.

I quattro imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte della P.A. e falso ideologico continuato in atto pubblico.

Gli arresti

Nel giugno scorso, i militari del Gico hanno compiuto un blitz nell’Ufficio protesi, all’ex ospedale in piazzetta Bottazzi, dove il rappresentante di protesi sarebbe stato sorpreso mentre consegnava alla funzionaria 850 euro in cambio, di prescrizioni già autorizzate da portare poi all’Asl di Lecce per l’incasso. E poche ore dopo, sono stati eseguiti quattro arresti nell’inchiesta “Buste Pulite”. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce, infatti, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip Giovanni Gallo per Carmen Genovasi e per Giuseppe Bruno. Ed agli arresti domiciliari, nei confronti dell’imprenditore Pietro Bonetti e della rappresentante di protesi Monica Franchini.

La Genovasi e Bruno, nelle scorse settimane, hanno ottenuto gli arresti domiciliari.

Le accuse

Le indagini parlano di un rapporto corrotto tra la funzionaria e alcuni imprenditori del settore protesi (ausili ortopedici e audiometrici), basato sullo scambio di denaro e altre regalie. Secondo gli investigatori, la funzionaria assegnava le pratiche ai singoli imprenditori direttamente, di fatto ignorando il diritto del paziente di scegliere le protesi, spesso pagandole più del dovuto o fornendo ausili non esattamente adeguati alle necessità.

Oltre al denaro contante, i finanzieri hanno documentato numerose altre utilità scambiate al fine di ottenere le pratiche di assegnazione delle pubbliche forniture, tra cui la falsa assunzione del marito della funzionaria da parte di un imprenditore, poco tempo dopo licenziato per ottenere il beneficio dell’“indennità di disoccupazione”, un aspirapolvere del valore di 200 euro, caciotte, uno smartphone del valore di 1.100 euro, nonché i D.P.I. (dispositivi di protezione individuale), difficilmente reperibili e venduti a peso d’oro durante il blocco totale del Paese dovuto all’emergenza epidemiologica.

L’altro troncone d’indagine

Proseguono le indagini relativi ad una costola dell’inchiesta. Sono indagati a piede libero: il politico Fabio Campobasso, 52 anni di Lecce, attualmente coordinatore cittadino di “Voce popolare” e marito della Franchini. E poi G. R., 46 anni di San Pietro in Lama, marito della Genovasi; V. S., 52enne di Presicce-Acquarica del Capo; M. B., 30enne di Lecce.



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