Il giudice accoglie l’istanza della difesa per Emanuele Esposito, il 40enne di Racale finito al centro di una maxi inchiesta sul commercio di oro che ottiene gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e lascia il carcere. Il gip Marcello Rizzo, nelle scorse ore, ha accolto la richiesta degli avvocati Francesca Conte e Roberto Sisto di attenuazione della misura, nonostante il parere contrario del pubblico ministero, Giovanna Cannarile.
Il 40enne si era avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia svoltosi due giorni dopo l’arresto.
Nel mese di novembre i Finanzieri del Comando Provinciale di Lecce hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 7 persone con le accuse a vario titolo di associazione per delinquere, emissione e/o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio, autoriciclaggio, sottrazione al pagamento delle imposte e bancarotta fraudolenta.
L’attività investigativa ha riguardato principalmente Esposito nel ruolo di “operatore professionale” del commercio di “oro, metalli preziosi e oro da investimento”, il quale si presume si sia posto al centro di una fitta rete di società cartiere (italiane ed estere) e di un complesso sistema di frode fiscale e riciclaggio internazionale di denaro.
Il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di valori e risorse finanziarie per oltre 133 milioni di euro, oltre che di 3 fabbricati per uso commerciale e artigianale, nonché di un intero ramo d’azienda, del valore di circa 1.400.000 euro.