Furti di auto tra Lecce, Brindisi e Taranto ed estorsione con il “cavallo di ritorno”, 11 arresti. Il metodo di agire

Le indagini, avviate nel marzo del 2017, a seguito della denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino del luogo e condotte esclusivamente dai Carabinieri della Stazione di Oria.

auto-carabinieri

È stata  un’importante indagine quella portata a termine alle prime luci dell’alba della mattinata di oggi, quando, a Oria, i Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana, in collaborazione con i colleghi del Comando Provinciale di Brindisi hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, rispettivamente in carcere e ai domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura della Repubblica locale, che ha concordato con i risultati investigativi  dell’Arma, nei confronti di 11 persone (7 ristrette in carcere, 3 agli arresti domiciliari e una all’obbligo di dimora).

I capi di accusa

I destinatari del procedimento restrittivo sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti in abitazione e furti di auto e motoveicoli, oltre a  ricettazione dei pezzi di ricambio, commessi fra il febbraio 2017 e il marzo 2018 a cavallo delle province di Brindisi, Lecce e Taranto.

Le indagini, avviate nel marzo del 2017 (a seguito della denuncia di un tentato furto di autovettura da parte di un cittadino del luogo che aveva trovato la propria Alfa Romeo Giulietta con il nottolino della portiera lato passeggero forzato) e condotte esclusivamente dai Carabinieri della Stazione di Oria si intrecciano con quelle di un altro procedimento penale che, dopo l’esecuzione di una ordinanza cautelare il 27 giugno 2017, nei confronti di 13 persone, tra cui 9 degli indagati odierni, ha visto la condanna in primo grado – a seguito del processo con rito abbreviato – di quattro di loro, i quali, nonostante la pena inflitta (complessivamente, oltre 25 anni), risulta abbiano continuato a delinquere fino al marzo 2018, data cui la presente ordinanza si riferisce

Le investigazioni hanno consentito ai Carabinieri della Stazione della città dei “Santi Medici” di raccogliere, sin da subito, elementi di riscontro e attuazione del fenomeno estorsivo, commesso sempre con le stesse modalità; hanno permesso la disarticolazione di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di furti di autovetture e motoveicoli, furti in abitazione, oltre che di estorsioni e ricettazione.

Gli indagati

Sono 25 le persone indagate, tra cui gli 11 destinatari del provvedimento cautelare eseguito oggi, identificati grazie ad attività tecniche e all’analisi delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza cittadini, sia pubblici, sia privati.

Sono stati riscontrati 22 episodi di furti di mezzi,  con conseguente restituzione degli stessi a seguito di richiesta estorsiva mediante il sistema del cosiddetto “cavallo di ritorno”; svariati episodi di ricettazione dei pezzi di ricambio di auto rubate; due di favoreggiamento e un’evasione (in particolare, un indagato, per la commissione dei reati, si è sottratto al regime degli arresti domiciliari, cui era sottoposto). Inoltre, nel corso delle indagini, sono stati recuperati 29 veicoli rubati, già restituiti ai legittimi proprietari.

La struttura

La struttura era composta da: un gruppo di “vertice”, composto da due persone Maurizio DE MICHELE, 46enne di Oria  e Fabio IURLARO (per cui si è proceduto in altro procedimento penale), con compiti decisionali, di pianificazione, di individuazione delle azioni delittuose e delle strategie di furto, estorsione e riciclaggio.

Una parte operativa composta da 6 persone Michele CERA, Tarantino 41enne; Dario CASTROVILLARI, mesagnese 34enne e Attilio DE MICHELE, 22enne di Francavilla Fontana; Antonio LODESERTO, nato a Oria, 62enne insieme a Daniele DURANTE; Antonio CERA; Antonio D’AMURI (per cui si è proceduto in altro procedimento penale). Per i medesimi reati, tra i destinatari del provvedimento, vi sono anche: Emanuele DARIMADEA, nato a Manduria 37enne; Giuseppe CASTROVILLARI, di Francavilla Fontana 19enne; Cosimo SACCOMANNO, nato ad Oria 49enne e Salvatore SASSO, anch’egli di Oria, 45enne cui competeva l’individuazione materiale del bene da asportare, l’occultamento e anche la trattativa con la vittima per la richiesta “estorsiva” (in tal senso, si è accertato che per le autovetture e per i motoveicoli gli indagati hanno richiesto cifre variabili dai 500 ai 2000 euro),

Due uomini Eugenio ERRICO e Mario IURLARO (per cui si è proceduto in altro procedimento penale), ritenuti mandanti dei furti e preposti anche alle operazioni di smontaggio, rivendita e riutilizzo delle vetture rubate.

Nell’operazione è anche coinvolto Cosimo DE TARANTO, nato a Oria, 45enne nei cui confronti si è proceduto con la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza, ritenuto responsabile di ricettazione, per aver acquistato un tagliaerba provento di furto. Infine, anche una coppia di coniugi è indagata per favoreggiamento reale, avendo aiutato gli indagati nell’occultamento di alcuni beni di provenienza illecita (nascosti all’interno dell’area circostante la villetta recintata dove risiedono), subito dopo la commissione del reato di furto.

Gli indagati sono apparsi spavaldi e professionali. Tali elementi sono evidenziati dal fatto che il gruppo: non ha desistito dal portare a compimento ulteriori azioni, nonostante il recupero da parte dei Carabinieri di 29 autovetture, che erano state nascoste in varie località impervie dell’oritano, indicate come “Gubbie”, “Bosco” e “Foresta”; spesso ha agito alla presenza della vittima che, impegnata in lavori o comunque presente all’interno della propria abitazione, era controllata a vista da alcuni indagati per permettere ai complici di operare indisturbati;  ha spesso tentato di asportare più autovetture nel corso del medesimo giorno.

Nella misura cautelare, il Giudice delle Indagini Preliminari, Stefania De Angelis, sulla base della richiesta formulata dal Sostituto Procuratore, Luca Miceli, ha evidenziato «il pericolo concreto di reiterazione dei reati e la molteplicità degli episodi delittuosi, la reiterazione e sistematicità delle condotte perpetrate, il valore della merce trafugata, la sussistenza di elementi di collegamento certi fra gli attuali indagati e la professionalità dimostrata dagli stessi (nella predisposizione dei mezzi, nel reperimento dei beni da depredare e dei soggetti a cui consegnare la merce rubata), la disponibilità dei luoghi nei quali occultare le autovetture di illecita provenienza e anche la gravità del danno procurato alle numerosissime persone offese».

L’indagine conclusasi oggi è l’ennesima riprova di quanto sia fondamentale il ruolo svolto dalle Stazioni dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale. Si tratta di un reticolo di 5.377 presidi dell’Istituzione capillarmente diffusi e in Italia che, come a Oria, rappresentano i capisaldi dello Stato anche nelle località più remote e permettono di porre sempre un faro sempre acceso sulla tutela dei cittadini.