Presunto intreccio mafia&politica a Surbo su gare d’appalto e affidamento d’incarichi. Assolti tutti gli imputati

Gli imputati rispondevano delle ipotesi di reato di minacce aggravate dal metodo mafioso, frode, falsità materiale in atti pubblici. Tutte le accuse sono cadute al termine del processo.

Arriva l’assoluzione per tutti gli imputati nel processo relativo ad alcune gare d’appalto e affidamenti d’incarichi, in “odor di mafia”, al Comune di Surbo. I giudici della seconda sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Edoardo D’Ambrosio e Annalisa De Benedicts) hanno assolto, con la formula “perché il fatto non sussiste”: Giovanni Frassanito, 60 anni di Veglie, responsabile del settore Servizi Tecnici del Comune; Antonio Pellegrino, 45enne presunto boss di Squinzano, già condannato per associazione mafiosa; Oronzo Trio, 40enne di Surbo, amministratore di fatto e procuratore speciale della Trio Costruzioni srl di Surbo; Vincenzo Trio, 42 anni di Surbo, procuratore speciale della Trio Costruzioni srl di Surbo; Alessandro Monaco, 44 anni di Lecce, direttore tecnico della Trio Costruzioni; Giuseppe Conte, 66enne, di Surbo e Oronzo Fasano, 44enne di Surbo, esecutori materiali dei lavori e Franco Mele, 56 anni, di Surbo, titolare dell’impresa sub-appaltatrice.

In una scorsa udienza, il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, ha chiesto l’assoluzione per 7 imputati. Il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni soltanto per l’imprenditore Oronzo Trio in merito ai tentativi di minacce a due dipendenti, escludendo l’aggravante del metodo mafioso. La Procura ha, dunque, escluso il collegamento tra l’imprenditore e la mafia. Tali accuse, come detto, sono “cadute” al termine del processo. Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro 90 giorni.

Gli imputati rispondevano a vario titolo ed in diversa misura delle ipotesi di reato di minacce aggravate dal metodo mafioso, frode, falsità materiale in atti pubblici.

Sono assistiti, tra gli altri, dai legali: Antonio Savoia, Roberta Capodieci, Elvia Belmonte, Luigi Rella, Ladslao Massari, Luigi Covella e Laura Minosi che esprimono grande soddisfazione per l’esito del processo.

Gli episodi contestati dalla Procura, nel capo d’imputazione, si sarebbero verificati tra maggio del 2012 e luglio del 2014. Secondo l’accusa, Vincenzo e Oronzo Trio, Monaco, Conte, Fasano, Mele e Frassanito avrebbero commesso una frode nell’esecuzione dell’appalto pubblico per Piazza Unità Europea, nel centro di Surbo. Nello specifico, avrebbero computato lavori mai effettuati o realizzati in difformità rispetto al capitolato tecnico dell’appalto, di valore superiore ad un milione di euro, falsificandone i relativi certificati di regolare esecuzione. In particolare, avrebbero utilizzato basoli di diverso spessore e compiendo uno scavo inferiore al previsto.

Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche i lavori di urbanizzazione primaria in zona Fontanelle. Vincenzo Trio e Monaco avrebbero computato lavori di sbancamento mai effettuati, per un valore complessivo di oltre 20mila euro. Grazie al contributo di Frassanito, che avrebbe fornito il certificato di regolare esecuzione dei lavori, in cui veniva falsamente attestato che si erano svolti in conformità dei patti contrattuali e che i prezzi applicati alle singole categorie erano quelli previsti dal contratto.

Le “accuse” della Procura riguardano anche le minacce verso alcuni operai per costringerli a non ribellarsi al mancato pagamento degli arretrati nello stipendio e del Tfr.

Oronzo Trio si sarebbe servito, secondo l’accusa, anche della forza intimidatrice di Antonio Pellegrino appartenente alla Sacra Corona Unita. In un caso, il pluripregiudicato avrebbe indirizzato all’operaio, attraverso una terza persona, la minaccia “anziché metterci una pietra sopra, la pietra gliela tiro in faccio”. In un’altra circostanza avrebbe proferito la frase “altrimenti stamattina io lo faccio mettere in un sacchetto di plastica della spazzatura e lo faccio scendere alla spazzatura direttamente”.

Vincenzo e Oronzo Trio erano accusati di avere sostenuto economicamente la campagna elettorale di Franco Vincenti, 62 anni di Surbo, assessore ai Lavori Pubblici, candidato alle elezioni comunali del 2013. Attraverso contributi, senza la deliberazione dell’organo societario della Trio s.r.l. e senza la regolare iscrizione nel bilancio della società. Ad esempio, i due Trio facevano istallare un palco per un comizio elettorale di Vincenti, nel maggio del 2013.

Riguardo quest’episodio, il pm Antonio Negro ha proceduto allo stralcio e chiesto l’archiviazione del procedimento. I tre rispondevano del reato di finanziamento illecito ai partiti.

Franco Vincenti, che non compare sul banco degli imputati, è difeso dall’avvocato Cristiano Solinas.



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