Pestaggio di Porto Cesareo: domattina l’udienza di convalida dei tre fermi

L’ipotesi più accreditata, al vaglio degli investigatori, è la vendetta. La pista del controllo del territorio o di presunti debiti di droga sembrerebbe, invece, al momento poco plausibile.

È stata fissata per domani l’udienza di convalida dei tre fermi disposti dalla Procura leccese. Innanzi al gip Cinzia Vergine dovranno presentarsi Lorenzo Cagnazzo, 27enne di Porto Cesareo, Kevin Soffiatti, 19enne originario di Foggia, ma residente a Porto Cesareo e Maikol Pagliara, 27enne di Arnesano. Sono al momento ristretti presso il Carcere di Borgo San Nicola.

Il giudice procederà all’ascolto degli indagati alla presenza dei loro legali e successivamente deciderà se convalidare il fermo emesso dal sostituto procuratore Roberta Licci. Cagnazzo, Pagliara e Soffiatti, potrebbero fornire la propria versione dei fatti, così come avvalersi della facoltà di non rispondere. Rispondono delle accuse di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, minacce e violenza privata, tortura e porto abusivo di arma da fuoco.

I tre si sono costituiti in caserma dopo alcuni giorni. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Gabriele Valentini, Giovanni Valentini e Cosimo D’Agostino.

Il possibile movente

Le indagini, condotte dal Carabinieri della Tenenza di Copertino e dai colleghi di Campi Salentina, intanto continuano e si cerca di far luce sul movente che avrebbe indotto i tre, a picchiare selvaggiamente il 33enne di Porto Cesareo. La pista più accreditata, al vaglio degli investigatori, è la vendetta per un’accusa rivolta nei loro confronti. La vittima, infatti, avrebbe indicato Pagliara e Cagnazzo come gli autori di un furto in casa della madre (regolarmente denunciato). Il messaggio sarebbe stato “recapitato” ai due, attraverso una terza persona. A quel punto sarebbe scattato il violento pestaggio.

Naturalmente, nessuna altra ipotesi è scartata: si scava anche nel passato dei tre aggressori. Pagliara è un volto noto alle cronache giudiziarie: è stato condannato a 2 anni con il rito abbreviato per aver ferito a un piede Alessio Rizzello, 30enne di Porto Cesareo (condannato a 1 anno e 6 mesi per favoreggiamento), per questioni legate alla vendita di stupefacenti. Non è stata esclusa nemmeno la pista del controllo del territorio o di presunti debiti di droga, ma queste strade sembrerebbero, al momento, poco plausibili.

Il pestaggio

La sera del 29 novembre, il 33enne si trovava insieme agli amici e alla fidanzata in un bar di Porto Cesareo, quando è stato prelevato con una scusa. Il giovane li ha seguiti, ma nutrendo già qualche sospetto, aveva allertato gli amici. A quel punto è stato accompagnato in un casolare in costruzione nelle campagne di Porto Cesareo, dove sono iniziate le sevizie. Prima è stato costretto a spogliarsi, poi è stato picchiato ripetutamente con un bastone. Poi, come se non bastasse, è stato minacciato con una pistola e umiliato ripetutamente. Una volta finita la ‘tortura’ lo hanno lasciato per terra. Il 33enne era ridotto male, ma è riuscito a trovare la forza di chiamare un amico che lo ha accompagnato a denunciare l’accaduto. Al San Giuseppe di Copertino, i medici gli hanno riscontrato la frattura di diverse costole, delle dita di una mano e un trauma cranico con ferita lacero-contusa.

Arrivare ai tre non è stato facile. Gli uomini in divisa hanno unito le parziali ammissioni della vittima, terrorizzata e ancora confusa dall’accaduto, le telecamere di video-sorveglianza istallate nella zone e alcune preziose testimonianze che hanno permesso di risalire all’auto usata per spostarsi.

L’udienza di convalida del fermo

Questa mattina, nel Carcere di Borgo San Nicola si è svolta l’udienza di convalida dei fermi. Davanti al Gip, Cinzia Vergine, i tre indagati assistiti dagli avocati Giovanni e Gabriele Valentini e Cosimo D’Agostino si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La decisione del giudice sulla convalida dei decreti di fermo emessi dalla Procura è attesa nelle prossime ore.