Presunti incarichi pilotati, favori e regali. Il Riesame dichiara inammissibili le richieste di arresto della Procura

L’inchiesta coinvolge giudici, avvocati e commercialisti. Le indagini, coordinate dal procuratore di Potenza Francesco Curcio, sono state avviate nel settembre del 2021.

Il Riesame dichiara inammissibili gli appelli della Procura di Potenza che chiedeva l’arresto per alcuni indagati eccellenti dell’inchiesta su presunti favoritismi al tribunale fallimentare di Lecce.

Dunque è stata sostanzialmente confermata la decisione del gip Salvatore Pignata. Quest’ultimo aveva in precedenza respinto, per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, l’istanza dei pubblici ministeri.

La Procura, nel corso dell’udienza di martedì scorso, aveva chiesto il carcere per: il giudice Pietro Errede 55 anni, residente a Lecce (difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Donatello Cimadomo), per l’avvocato Alberto Russi, 53 anni di Lecce (difeso dagli avvocati Roberto Rella e Fabrizio D’Errico), per il consulente Massimo Bellantone e per l’avvocato Antonio Casilli, 59 anni di Lecce, che è indagato a piede libero (difeso dall’avvocato Francesco Vergine). Errede e Russi si trovano attualmente agli arresti domiciliari. Invece, già nei giorni scorsi, i giudici del Riesame hanno revocato la misura dei domiciliari, sostituendola però con il divieto di esercitare la professione per un anno, per i commercialisti Massimo Bellantone, 57enne originario di Guagnano, ma residente a Lecce (assistito dall’avvocato Amilcare Tana); Marcello Paglialunga, 58 anni di Nardò (assistito dagli avvocati Alberto Gatto e Luigi Vetere) ed Emanuele Liaci, 54 anni di Gallipoli (difeso dall’avvocato Luigi Suez).

Il Riesame ha dichiarato, inoltre, inammissibili i ricorsi della Procura che aveva chiesto gli arresti domiciliari per il magistrato Alessandro Silvestrini, 67enne, residente a Lecce (avvocati Luigi Covella e Leonardo Pace) e per il consulente Giuseppe Evangelista, 57 anni di Lecce (difeso da Enrico Chirivì ed Amilcare Tana), entrambi indagati a piede libero.

Le 5 misure cautelari personali (arresti domiciliari) e reali (sequestri preventivi diretti o per equivalente) disposte dal gip Salvatore Pignata, sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce, nelle settimane scorse. L’inchiesta ruota attorno ad un presunto giro di nomine e incarichi pilotati al Tribunale fallimentare di Lecce, presso il quale Errede prestava servizio all’epoca dei fatti, quale giudice delle sezioni Fallimentare/Esecuzioni immobiliari, nonché Misure di Prevenzione. Si parla anche di regali e utilità, come una collana tennis ed una vacanza in barca a vela, che il magistrato avrebbe ricevuto in cambio di favori.

Le indagini, coordinate dal procuratore di Potenza Francesco Curcio, sono state avviate nel settembre del 2021, sulla base di circostanziate denunce. E vennero eseguite una serie di perquisizioni che portarono al sequestro di una copiosa documentazione.

In base a quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, con cui sono stati disposti i cinque arresti: «Il giudice, anche grazie alla collaborazione del suo compagno convivente, avrebbe formato un circuito di professionisti di riferimento e di sua massima fiducia, a cui elargiva incarichi vari, i quali in cambio corrispondevano varie utilità al magistrato, soddisfacendo le sue richieste in relazione alla sua vita mondana, alle vacanze, agli oggetti preziosi che amava indossare. E di tali indebite corresponsioni avrebbe beneficiato anche il compagno che, dopo aver intessuto la trama corruttiva, condivideva con il giudice, secondo quanto sarebbe emerso dagli atti delle indagini, gli indebiti vantaggi dai professionisti».

Le accuse contestate a vario titolo ed in diversa misura agli indagati, sono quelle di tentata concussione, corruzione, turbativa d’asta, estorsione, tentata estorsione.

 



In questo articolo: