Maxi operazione quella portata a termine questa mattina dalla Guardia di Finanza di Lecce. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale, infatti, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 260mila euro, nei confronti di cinque società coinvolte nella indebita percezione di contributi pubblici, tra cui una destinataria anche di provvedimento di interdizione temporanea a contrattare con la Pubblica Amministrazione.
La maxi-operazione sui fondi dell’antiracket
L’operazione è scattata a seguito di un provvedimento emesso dal GIP Giovanni Gallo, il quale è da ricondursi a delle più ampie indagini condotte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce, che nello scorso mese di maggio portarono all’arresto della presidente dell’Associazione Antiracket Salento e di suoi stretti collaboratori, i quali, avevano prodotto falsa documentazione finalizzata alla percezione indebita di contributi, erogati dall’Ufficio del Commissario Straordinario per le iniziative contro il racket e l’usura, per un importo pari ad oltre due milioni di euro.
Nell’operazione, come noto, sono state tratti in arresto quattro persone, oltre alla notifica di 36 avvisi di garanzia. Tanti anche i beni sequestrati, per un valore pari ai contributi indebitamente percepiti.
Ora, dunque, è stata accolta la richiesta della Finanza di Lecce di adozione di misure cautelari patrimoniali e interdittive nei confronti delle cinque società, fornitrici dell’associazione indagata, le quali, stando alle indagini, per consentire la percezione di parte dei contributi erogati, avevano emesso false fatture riguardanti lavori edili, prestazioni pubblicitarie e fornitura di articoli per ufficio.
Le cinque società avrebbero emesso fatture false
Ulteriori indagini hanno evidenziato, a carico delle società coinvolte, evidenti responsabilità derivanti dalla mancata adozione di modelli organizzativi idonei a prevenire la commissione dei reati contestati ai rispettivi rappresentanti legali, consistenti nella emissione delle false fatturazioni e nella conseguente indebita percezione di parte dei contributi erogati, pari appunto a 260mila euro.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, condividendo le proposte formulate, ha emesso un decreto di interdittivo e di sequestro in capo alle aziende coinvolte (di cui quattro aventi sede a Lecce ed una in Cellino San Marco), cui le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione stamane, bloccando di fatto beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie.
