Allarme bomba a Lecce, evacuata l’aula bunker di Borgo San Nicola

Una telefonata giunta al centralino della Polizia Penitenziaria di Borgo San Nicola ha fatto scattare l’allarme. Una bomba sarebbe stata piazzata nell’aula bunker del carcere leccese. Sul posto gli artificieri

Solo poco meno di un mese fa, il 28 ottobre, una telefonata anonima, giunta ad un giornalista de “ La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari, aveva lanciato l’allarme: «C’è una bomba al Tribunale di Lecce». La soffiata aveva scosso l’ambiente in quella mattinata di fine autunno. L’edificio di viale De Pietro era stato prontamente evacuato e sul posto erano accorsi, in men che non si dica, gli agenti della Digos insieme agli artificieri della Polizia di Stato. L’allarme, però, rientrò poco dopo. Tutto falso.

Oggi, si è verificato più o meno un episodio simile, almeno nella dinamica dell’accaduto. Una telefonata anonima è giunta, nella tarda mattinata, quando da poco erano passate le 13.30, al centralino della Polizia Penitenziaria. Le parole riferite, dall’altro capo della cornetta, hanno creato un certo panico, scatenando il fuggi fuggi generale. Un ordigno pronto ad esplodere, secondo quanto confessato al telefono, sarebbe stato piazzato nell’aula bunker del carcere leccese, la sala dove si svolgono i più importanti processi contro la Sacra Corona Unita.

Così, è stato seguito lo stesso iter di quella mattinata di circa un mese fa. Aula fatta sgombrare, come tutto l’edificio, avvocati, magistrati e dipendenti tutti in strada «per sicurezza» e forze dell’ordine presenti in massa sul posto, dai carabinieri del comando provinciale alle volanti di polizia giunte a supporto. Infine, gli artificieri intervenuti per bonificare l’area.
 
Nulla però è stato trovato, né nel parcheggio né all’interno del penitenziario. Niente che potesse anche solo far pensare ad un pericoloso ordigno. Nonostante l’episodio sia stato archiviato come un falso allarme, resta alta la preoccupazione. Molto probabilmente si sarà trattato di uno scherzo di cattivo gusto, ma è inevitabile il collegamento con la sentenza, attesa proprio in queste ore, nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Calypso” che sgominò, nel 2010, un sodalizio tra Salento e Albania, dedito al traffico internazionale di droga. Alla sbarra, presunti esponenti della Scu brindisina. In quel blitz venne catturato anche Ercole Penna, oggi diventato collaboratore di giustizia.
 
Il verdetto, atteso con ansia dagli imputati, era previsto alle 14.30. 



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