Minacce al clochard dopo l’assegnazione dell’alloggio: ‘Si faccia luce sulla denuncia di Giuseppe’

Nell’estate del 2015 Giuseppe Fiorentino – il clochard trovato deceduto lo scorso 19 agosto in un casolare abbandonato di via Taranto – presentò una denuncia alla Questura di Lecce, dichiarando di aver subito delle minacce dopo aver ricevuto l’alloggio popolare dall’Ufficio Casa.

Emerge una vicenda piuttosto inquietante ai danni di Giuseppe Fiorentino, il clochard da tutti conosciuto come “Barbone” trovato deceduto in un casolare abbandonato di via Taranto intorno a metà agosto. Pare infatti che il povero Giuseppe presentò, nel giugno 2015, una denuncia/querela alla Questura di Lecce, dichiarando d’aver subito delle minacce abbastanza evidenti e pesanti. L’Associazione “Pronto Soccorso dei Poveri”, presieduta dall’attivista Tommaso Prima, scende allora in campo, esortando le forze dell’ordine a far luce sull’accadimento esposto nell’estate dello scorso anno, affinché “siano al più presto consegnati alla giustizia i responsabili della disumana intimidazione a cui fu costretto il nostro assistito”, scrive in una nota stampa pervenutaci in redazione (con allegato anche copia del verbale firmato dal denunciante).

In effetti, ciò che viene dichiarato sul documento redatto dalla polizia leccese lascia sgomenti. “L’Ufficio Casa del Comune di Lecce mi comunicava – con nota pr. 56584 del 18/05/2015 – la preliminare assegnazione dell’alloggio sito in via Pistoia civ.4 invitando a presentarmi per l’accettazione, cosa che avveniva il giorno 19/05/2015 con dichiarazioni sottoscritta da me. Dopo circa due giorni, prendevo possesso di detto alloggio ma subito iniziavo a ricevere sulla mia utenza cellulare messaggi anonimi nei quali veniva detto che dovevo lasciare l’alloggio, che non dovevo farmi vedere in quella zona, minacciando che mi avrebbero picchiato o addirittura sparato”. Già questo fa rabbrividire. Ma non finisce qui. “Tali minacce si susseguivano a continui danneggiamenti alla porta d’ingresso che io sistemavo per ben due volte, dopodiché stando di detta situazione e nel timore che potesse effettivamente accadermi qualcosa, intorno al giorno 24/25 maggio, lasciavo l’alloggio recandomi dapprima a casa di mia sorella e adesso costretto a dormire per casa non avendo nessun mezzo di sostentamento”.

Queste le parole sottoscritte da Fiorentino, ritrovato morto lo scorso 19 agosto.

Potrebbe arricchirsi, dunque, di nuovi sviluppi la vicenda che sconvolse l'intera comunità leccese. Chi aveva minacciato Giuseppe? Possibile che sia stata la paura a lasciare l'alloggio temporaneo? Sarebbe, dunque, tale causa ad averlo costretto a rifugiarsi nell'immobile fatiscente dove ha esalato l'ultimo respiro? L'invito ad indagare ancora, rivolto alle forze dell'ordine, attende risposta.



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