Picchia la ex e suo figlio e si rifugia in una cisterna per sfuggire ai Carabinieri. Arrestato, si toglie la vita in carcere

Si è tolto la vita nella sua cella del Carcere di Lecce il 44enne rumeno, arrestato qualche giorno fa dopo che aveva picchiato la ex compagna e suo figlio.

Era stato accompagnato a Borgo San Nicola soltanto qualche giorno fa, quando fu arrestato dai carabinieri per aver picchiato la  ex compagna e suo figlio che vivevano a pochi passi dall’abitazione, dove stava scontando i domiciliari. Un incubo che sembrava finito ha avuto, invece, un risvolto ancora più tragico. Nelle scorse ore,  il 44enne di origine rumena, finito nei guai, si è tolto la vita nella cella del carcere di Lecce che condivideva con altri detenuti. Si sarebbe impiccato, utilizzando una corda, “formata” dalle strisce ricavate da alcune lenzuola.

Il gesto di notte

Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato l’1.30 quando si è consumata la tragedia nella sezione R2 della casa circondariale salentina, mentre gli altri ospiti del penitenziario dormivano. Quando gli agenti in servizio si sono accorti dell’insano gesto per lo straniero non c’era più nulla da fare. I soccorsi dei sanitari del 118 sono stati, purtroppo, inutili.

Si era rifugiato in un pozzo per sfuggire alle manette

Il 44enne – volto già conosciuto alle forze dell’ordine – era  stato arrestato lo scorso 28 agosto, tra le altre accuse, per «evasione». Già, perché era stato sottoposto ai domiciliari dal 23 marzo per maltrattamenti in famiglia, tentata estorsione [aveva cercato di farsi consegnare lo stipendio della sua compagna che lavorava come badante presso una coppia di anziani] e violazione di domicilio. Noncurante dei guai in cui era già finito si era recato nell’abitazione della ex convivente, per colpirla ripetutamente. Lo stesso trattamento lo ha riservato al figlio.

Chi abbia chiesto aiuto è difficile dirlo, fatto è che quando gli uomini in divisa si sono presentati nell’appartamento, il 44enne si è barricato in casa per avere il tempo di fuggire da un balcone posteriore e trovare riparo all’interno di una cisterna in disuso. Un pozzo profondo diversi metri.

Ogni tentativo messo in atto per sfuggire all’arresto è stato vano. Una volta rintracciato e “convinto” a risalire, con l’aiuto anche dei Vigili del Fuoco di Maglie, è stato accompagnato al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Scorrano. Lanciandosi nella cisterna aveva rimediato una frattura al polso. Dichiarato in arresto è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce, dove si è consumato il dramma.



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