Il centrosinistra perde pezzi. Salvemini lascia: ‘Dopo vent’anni passo il testimone’

‘Mi faccio da parte’: Carlo Salvemini, dispiaciuto per non aver centrato l’obiettivo di restituire credibilità alla sinistra leccese, ha deciso di dire addio alla politica.

Nel centrosinistra che perde pezzi della sua stessa storia, strada facendo, c'è anche questa ennesima 'sconfitta'  da mandar giù. È l'addio di Carlo Salvemini, figlio dell'ultimo sindaco di sinistra che Lecce abbia avuto da vent'anni a questa parte. È stato una presenza partecipe nella politica della città nei lunghi governi di Poli Bortone prima, Perrone poi. Il suo proposito di lasciare per non diventare "un professionista della politica", è il peso che la sinistra leccese deve portare per la sua inconsistenza e inoperosità, per la decisamente più marcata attenzione rivolta alle questioni interne piuttosto che a quelle che lacereno la città.  

"Speravo di arrivare al 2017 in condizioni diverse, ed ho lavorato insieme a diversi amici per questo. Le cose sono andate diversamente. Considero mancato l'obiettivo al quale più tenevo: aprire un cantiere, di partecipazione civica dove coinvolgere all'impegno politico per la città la generazione di trentenni e quarantenni; motivarli oltre l'adrenalina della campagna elettorale, che inevitabilmente evapora dopo il voto" – questa la confessione di intenti disattesi di Carlo Salvemini – Non ci sono riuscito e per parte mia assumendomi le responsabilità di questa sconfitta traggo le conseguenze facendomi da parte." 

Salvemini si dice dispiaciuto di aver fallito nell'impresa di restituire credibilità alla sinistra leccese. In effetti, se il centrodestra naviga a vele spiegate dopo la ritrovata unità con Giliberti e il Movimento 5 Stelle annuncia tavoli per la compilazione del programma elettorale,  insieme con i cittadini, è solo il centrosinistra che manca all'appello, accartocciato com'è su stesso per la incapacità di individuare una buona alternativa per le elezioni amministrative 2017. 

I problemi per il centrosinistra si fanno ancor più marcati se, ad essere incapace di schierarsi, è oltretutto il Presidente Michele Emiliano che, come ribadito ampiamente in altre circostanze, è uomo politico trasversale per sua stessa ammissione. Il Governatore della Puglia strizza l'occhio, sotto traccia, all'esperimento di Mellone su Nardò e, di conseguenza, ad Alessandro Delli Noci per il quale potrebbe considerare di mettersi in gioco senza dare ufficialità all'impegno. Lo stesso ex assessore della giunta Perrone non ha atteso per mettere per iscritto il suo apprezzamento per Carlo Salvemini. Con un post su Facebook ne ha apprezzato le doti e qualità, ricordando l'onestà intellettuale che ha caratterizzato i lori scontri passati. Segno di apertura e invito al dialogo per Salvemini o semplice dimostrazione di stima per un  avversario di valore? Non è dato saperlo, tuttavia Delli Noci resta in cerca di alleanze per sconfiggere, nel suo personalissimo Risiko, le armate del centrodestra da cui proviene e con cui ha governato la città per oltre 4 anni.

di Valentina Petrucci 



In questo articolo: